Natale come momento di presenze (e assordanti assenze).
Di desiderio di vedere qualcuno e, nel contempo, di scomparire.
Associo due voci poetiche, tanto diverse, significative di sentimenti esitanti che animano il 25 dicembre.
Natale (G. Ungaretti)
Non ho voglia / Di tuffarmi / In un gomitolo / Di strade
Ho tanta / Stanchezza / Sulle spalle
Lasciatemi così / Come una / Cosa / Posata
In un / Angolo / E dimenticata
Qui / Non si sente / Altro / Che il caldo buono
Sto / Con le quattro / Capriole / Di fumo / Del focolare
Natale (F.De Gregori)
C'è la luna sui tetti, c'è la notte per strada
le ragazze ritornano in tram
ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale
ci scommetto dal freddo che fa.
E da dietro la porta sento uno che sale
ma si ferma due piani più giù
un peccato davvero ma io già lo sapevo
che comunque non potevi esser tu.
E tu scrivimi, scrivimi
se ti viene la voglia
e raccontami quello che fai
se cammini nel mattino e ti addormenti di sera
e se dormi, che dormi e che sogni che fai.
E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti
per i conti che non tornano mai
se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso
quell'allegra tristezza che ci hai.
Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano
come un treno dentro a una galleria.
Tra due giorni è Natale e non va bene e non va male
buonanotte torna presto e così sia.
E tu scrivimi, scrivimi
se ti viene la voglia
e raccontami quello che fai
se cammini nel mattino e ti addormenti di sera
e se dormi, che dormi e che sogni che fai.
[Modificato da emma. 27/12/2007 16:25]