| | | OFFLINE | | Post: 80 | Città: COPPARO | Età: 70 | Sesso: Maschile | |
|
21/02/2008 00:33 | |
Questo texan noir di McCarthy è ambientato in quel pezzo di
terra rossa e sabbiosa che separa il texas dal messico,
terra di frontiera, geografica ed economica.
Ma anche frontiera morale.
Racconto feroce, pieno di violenza, ripensamenti, rimpianti
ricerca vana del riscatto.
Dialoghi serrati che richiedono attenzione, per capire chi parla e chi ascolta.
C’è gente che scappa e gente che insegue, per salvarsi, per uccidere.
Tra gli inseguitori, Chigurh incarna il mondo come è diventato oggi
secondo l’autore. Una macchina psicopatica che non ha nemici
perché non dà loro modo di esistere, ammazza sia chi si frappone
tra sé e l’obiettivo, sia chi è totalmente innocuo.
Lo smarrimento dell’umanità è il filo che unisce le riflessioni
di un personaggio, lo sceriffo Bell, portavoce addolorato
della terra stessa.
“..ci vuole poco per governare la gente perbene. E la gente cattiva
non si può governare affatto, perlomeno a me non risulta
che ci sia mai riuscito qualcuno..”
Questo fa dire McCarthy al tutore dell’ordine stanco e nauseato,
che parla coi vecchi per sentirsi i piedi ancora sopra la terra che conosce,
accompagnato da un sentimento di sconfitta ormai costante.
Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi
Einaudi
|
|
|
|
|