Nathalie, di Anne Fontaine, è un filmetto discreto, che sta in piedi grazie ad una trovata divertente e grazie ad un cast di primo ordine (Gerard Depardieu, Fanny Ardant e Emmanuelle Beart). Si poteva fare di più? Evidentemente Anne Fontaine deve aver pensato di si, se ha riscritto il film per Atom Egoyan, uno che alla ricerca delle false verità nella vita di un marito, riesce a svelare una grossa bugia in quella di sua moglie. Fin qui tutto bene, il film funziona e diverte, la beffa riesce, indubbiamente Egoyan è più bravo della Fontaine; non altrettanto mi sento di dire di Julianne Moore, non ostante si stracci le vesta e se le tolga, rispetto al fascino sottile e perverso di Fanny Ardant e tanto meno della sciapita Amanda Seyfried rispetto alla accattivante Emmanuelle Beart.
Egoyan affonda con malizia e maestria la lama nei corpi e nelle anime dei suoi personaggi, ma poi non mi piace più quando si prende troppo sul serio e piega verso il melodramma, non ce ne era bisogno, quando tira in ballo il rapporto tra genitori e figli, che qui c’entra poco, e quando non sfrutta a dovere gli elementi umoristici e piccanti servitigli su un piatto di argento dal soggetto.