CHUNG KUO – CINA

Trattasi di un documentario girato per la RAI nel 1972 da Michelangelo Antonioni e finora vista da pochi intimi, uscito in doppio DVD, corredato da un libretto (rosso naturalmente ) contenente una raccolta di reportage d’epoca, maoista prima e denghista poi, a cura dei nostri inviati, più o meno di sinistra, quali Moravia, Maraini, Terzani, Parise e con una introduzione scritta ai giorni nostri da Federico Rampini, dove dice che quelle scritte dagli inviati e quelle viste nel film, sono tutte balle; ovvero è tutto vero, ma riguarda quel 0,005% di Cina che gli inviati hanno potuto vedere e filmare.
Ciò non toglie interesse storico ed artistico sia agli scritti, che al film, che sono comunque opere di valore. Il film di Antonioni è veramente stupendo e le quasi 4 ore di filmato scorrono in un baleno.
Come non era la Cina dei fiori rossi che vediamo nel film, la Cina che i nostri 68ini hanno immaginato e sognato? Era un posto dove si viveva felici, perché non c’era la povertà, ovvero tutti avevano da mangiare, da vestire, un lavoro ed un’istruzione e perché non c’era la ricchezza, ovvero mancava il superfluo, che non serviva e non creava l’ansia di ottenerlo, di volerlo e di desiderarlo, tanto non c’era.
Nel tempo libero si faceva ginnastica, cinema e teatro, che volere di più?