Mi piacerebbe scrivere un racconto su una lavanderia. E' una sorta di mio film personalissimo che in testa ho per sequenze da anni...le idee son confuse, le appunto qui di volta in volta, se gradite aggiungere idee siete i benvenuti
La lavanderia non è una qualsiasi, è un ibrido.
Innanzitutto si trova su una statale di frequente passaggio, nella terra di nessuno dove si transita tra il quartiere dei nuovi ricchi ( primissima periferia) e quello dei nuovi poveri ( frazioncina dimenticata).
E' gestita da una coppia anche essa di passaggio. Lei ha più di 50 anni, faceva l'editor per una piccola casa editrice locale, ma si era stancata di poeti e scrittori lunatici quanto sbruffoni. Lui è pakistano, ma praticamente parla toscano. Entrambi hanno figli da precedenti matrimoni, per questo la lavanderia spesso è animata da nipotini intenti a giocare tra l'odore di pulito, in un quadro di colori e idiomi che farebbe invidia alla migliore integrazione ideata. Kalima, l'ultima figlia del pakistano, li aiuta. La lavanderia è un ibrido perchè è un incrocio tra quelle classiche e quelle self service. Cioè. La gente porta i panni in grandi sacchetti blu rigorosamente ikea ( son quelli più comodi, anche le lenzuola piegate trovano poso ideale). La famiglia toscopakistana li lava nelle lavatrici asciugatrici disposte come quelle a gettoni. Ma non importa che aspetti. la famiglia toscopakistana si occupa del lavaggio e se vuoi dell'asciugatura, in più piega i panni, così quando poi te li stiri son già pronti in piega. Mica poco. A dire il vero non tutti li lasciano, lì...Alcuni aspettano, e si mettono a chiaccherare, come fosse il bar sport di un paese. I bar sport, esistono ancora?
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)