00 23/04/2008 17:33
Ma tu chi sarai? O meglio chi sei, adesso. Sarai l’odore dei biglietti di sola andata, oppure l’indifferenza con cui si copre la paura nel mascherato senso di protezione. Sarai la voglia di osare o ancora il sadico piacere di rendere tutto spazzatura, adatta per il macero e per i fondi di bottiglia in una birra stanca e lenta. Mi travolgerai, e io non opporrò nemmeno un secondo di resistenza: perché mi perdo nella luce dei tuoi occhi, delle tue labbra non seguo tanto le parole quando il sinuoso movimento con cui le pronunci, quale fosse una danza, solamente per i miei sguardi. Le tue parole, così ubriache di sole, eppure anche timide, mutevoli odorano di primavera e sempre mi denudano l’anima, e qualcosa in più: mi arrivano sulla pelle, tutti gli altri sensi seguono storditi quel brivido unico che intercetta ogni parte di me. Sei l’onda immensa spumosa irrinunciabile salata forte e spietata, eppure dolcissima: con te tutto si confonde, tutto guarisce, tutto affonda per riemergere di nuovo bianca. Se fossi il cielo mi farei ben bucare in ogni dove dalle stelle che indossi. Mi perderò ancora, per vivere così con addosso il tuo profumo, e ti ritroverò quando per caso una pagina, arrivandomi negli occhi, mi sembrerà l’esatta fotografia di noi. Ti sfiorerò e come inizierò a riconoscerti tra i polpastrelli ti avrò già perduta con la puntuale incapacità di trattenere le cose belle che mi accompagna senza rimedio. Sarà per questo che mentre la pioggia stasera batte sui vetri io picchio feroce martellando sui tasti, come fosse un pianoforte, come fossero mosaici di rabbia le lettere, perle smarrite di una collana senza filo cinicamente trasparenti. O insisto sui tasti solo per consumare i miei polpastrelli, così che sfiniti non conservino di te né calore né forma, né odore né traccia e lasciarti essere nella lontananza senza ritorno, il nero della mia ombra, in essa specchiarmi, sfiorando l'autenticità.
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)