Addio autovelox, un Tutor ci (in)seguirà

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Rhal
00giovedì 29 settembre 2005 20:21
E’ il nuovo apparecchio di controllo della velocità. Ti osserva per chilometri e alla fine emette il suo verdetto. Forse non gradito ma certamente più equo


Dopo anni di autovelox, telelaser, radar e altre sofisticate quanto controverse apparecchiature, è giunto ora lo strumento definitivo, quello che dovrebbe mettere a tacere per sempre le polemiche sulla “correttezza” nel rilevamento della velocità dei veicoli. Il condizionale è d’obbligo, conoscendo la proverbiale insofferenza dell’automobilista italiano medio verso le limitazioni e i controlli stradali; ma in effetti il nuovo sistema lascia molto meno spazio alle contestazioni.

Il tutore della sicurezza stradale

Stiamo parlando di una nuova apparecchiatura messa a punto da Autostrade per l’Italia – la società che gestisce la gran parte della rete autostradale italiana – e che entrerà in servizio a breve (per ora è in funzione solo in due tratti della A13 Bologna-Padova e della A14 Bologna-Taranto). Si chiama è Safety Tutor e in effetti è un uovo di Colombo. Il principio è semplice e “rivoluzionario”: i suoi rilevamenti non sono “istantanei”, cioè non si riferiscono alla velocità del veicolo in un momento preciso, bensì alla sua velocità media calcolata tra due punti del tratto autostradale. In pratica una telecamera “legge” il numero di targa dell’auto in un determinato punto e la trasmette a un sistema computerizzato; qualche chilometro più avanti, un’altra telecamera rileva il passaggio della stessa auto. Il sistema stabilisce così la velocità media in base al tempo di percorrenza del tratto ed emette automaticamente la contestazione dell'eventuale superamento del limite, che darà poi il via alla procedura di infrazione e, se è il caso, alla decurtazione dei punti sulla patente.

Un giudizio salomonico

Si tratta sicuramente di uno strumento più equo dell’autovelox perché sanziona chi viaggia costantemente oltre i 130 km all’ora e non chi supera il limite occasionalmente, magari per un sorpasso. Insomma, chi verrà colto oltre i limiti non potrà più invocare la sfortuna.

Un’idea analoga era già apparsa alcuni anni fa, quando qualcuno propose semplicemente di utilizzare le registrazioni dei tempi di ingresso e di uscita ai caselli per calcolare la velocità media di percorrenza di quel tratto autostradale. Non se ne fece nulla perché – si disse – il sistema non avrebbe garantito un effettivo controllo della velocità di crociera, non potendo tenere conto delle eventuali soste lungo il percorso (come dire: se mi fermo a pranzo in autogrill, quell’ora di sosta mi abbassa notevolmente la velocità media e quindi posso “recuperare” andando a 160 all’ora e arrivando al casello nei tempi consentiti). Il Tutor invece supera questo inconveniente perché è omologato per rilevamenti su tratte massime di 25 chilometri, una distanza comunque più che sufficiente a pizzicare gli habitué del piede pesante.

Privacy a rischio?

Ma anche l’innegabile “saggezza” di questo apparecchio non gli garantirà di passare indenne dalle polemiche. C’è già chi lo definisce il Grande Fratello delle quattro ruote e invoca la tutela della privacy. Il sistema infatti registra tutte le auto che attraversano il tratto monitorato e, sebbene i responsabili del progetto sostengano che i dati dei veicoli “in regola” non vengono archiviati, è indubbio che ognuno lascia la sua traccia elettronica. Come spesso accade, dal corretto utilizzo dei dati e dal rispetto della normativa dipende il successo di uno strumento che, per il suo effetto deterrente, potrebbe dare un buon contributo alla sicurezza stradale.


Scott Adel
00martedì 11 ottobre 2005 11:29
è sicuramente qualcosa di più sensato degli attuali autovelox
Jack8321
00mercoledì 1 febbraio 2006 09:58
Non credo che funzionerà
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