Informazioni "vecchi" riti

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|=Alex80=|
00mercoledì 17 gennaio 2007 22:50
Salve a tutti!
Innanzitutto chiedo scusa sxe ho sbagliato sezione, ma ancora non sono molto pratico di questo forum..

Dunque, vorrei avere qualche chiarimento:
io in passato, praticavo dei semplicissimi riti, quali il rito dell'olio per togliere il malocchio, quello col nastro rosso per controllare "lo sforzo" dello stomaco, la piombatura dei bachi ecc.. (tutto tramandato da generazioni, io ho origini casentinesi, e quel posto è conosciuto per riti magici).
Questi riti, erano sempre accompagnati da preghiere o "formule" a sfondo cattolico... ecco, volendo continuare a praticare certi riti, come posso adattare le preghiere al paganesimo? Oppure esistono dei riti analoghi? Oppure... dovrò dimenticarmi completamente di questi riti?

Grazie a tutti.
Ale
Cordelo di Quart
00giovedì 18 gennaio 2007 01:29
Per come la vedo io, se funzionano perchè cambiarli?
Le invocazioni/preghiere sono rivolte al Divino non ai suoi simboli, e qulasiasi nome si dia al Divino è un simbolo che lo rappresenta, ma non lo è.
Serenia
00giovedì 18 gennaio 2007 10:21
Ti quoto in pieno Cordelo! [SM=x69330]


Zeus Salvatore
00sabato 20 gennaio 2007 16:37
sono riti che avendo radici pagane hanno attraversato i secoli "cristianizzandosi",sono in parte d'accordo con le risposte precedenti...ma se proprio ti da fastidi invocare nomi di divinità a te estranee,canbia i nomi con quelli del Signore e della Signora...l'importante è sentirli tuoi!

comunque mi interessano se me ne vuoi parlare in pm te ne sarei grato!

blessed be! [SM=x69320]
=Lux=
00domenica 21 gennaio 2007 12:46
Re:

Scritto da: Cordelo di Quart 18/01/2007 1.29
Per come la vedo io, se funzionano perchè cambiarli?
Le invocazioni/preghiere sono rivolte al Divino non ai suoi simboli, e qulasiasi nome si dia al Divino è un simbolo che lo rappresenta, ma non lo è.



sono totalmente d'accordo con te!
Neferya
00domenica 21 gennaio 2007 22:14
Effettivamente, anche io penso che qualsiasi nome possa essere attribuito alla figura degli Dei.
Ognuno ha il suo modo di visualizzarli, di sentirli dentro di se.
I nomi non contano; conta la fede, la volontà nel credere nelle parole che si stanno pronunciando.
Se fino ad adesso hai svolto quei rituali in quel determinato modo, e ti hanno dato dei riscontri effettivi.. Perché sconvolgerli? [SM=g27768]
Non è una questione di "forma", a mio parere. Non c'è formalità in queste cose, c'è solo il bisogno di credere fermamente in tutto quello che si pratica.



Stormwind
00lunedì 22 gennaio 2007 11:47

qulasiasi nome si dia al Divino è un simbolo che lo rappresenta, ma non lo è.



I nomi non contano; conta la fede, la volontà nel credere nelle parole che si stanno pronunciando.


Simboli (e nomi) differenti possono richiamare aspetti differenti. Non sono quindi d'accordissimo che nulla cambi a prescindere dal nome utilizzato.

Inoltre, se non ci si trova bene con determinati nomi, questi non andrebbero usati ma sostituiti (sempre con criterio, ovvio) con altri più consoni.

Mie opinioni, naturalmente :-)

P.S.
Fede nel senso di fiducia, si...?


[SM=x69322]

Lae


----------------------------
"Chi si loda s'imbroda"

[Modificato da Stormwind 22/01/2007 11.51]

|=Alex80=|
00lunedì 22 gennaio 2007 12:06
Sinceramente neanche io me la sento di lascisare tutto immutato, perchè durante questi riti invoco i nomi del Signore, di Maria e Giuseppe.... non mi sembra proprio il caso di continuare così.

Sarebbe come se un cristiano pregasse in nome di Siddharta o di Allah.... poi magari mi sbaglio eh!
Cordelo di Quart
00lunedì 22 gennaio 2007 13:51
Sono i residui del condizionamento....
Non avrai altro Dio all'infuori di me non è un comandamento pagano.
Neferya
00lunedì 22 gennaio 2007 17:32
Re:
Fede nel senso di fiducia.
Fede nelle parole che si pronunciano, equivale a credere in esse. Nessun'altra tipologia di fede.

Ognuno ovviamente ha le sue opinioni, e Stormwind su alcuni aspetti non posso darti torto; giustamente bisogna badare ai nomi utilizzati.

Ma rispondendo al creatore del post, i nomi che lui adesso usa, (per la mia persona assolutamente privi di senso, mai usati, mai creduto in essi) sono soltanto nomi, a mio avviso.
Un nome, uno dei tanti, uno dei pochi. Sbagliato o giusto che sia, sta' solo a lui deciderlo.

[SM=x69317]

Cordelo di Quart
00martedì 23 gennaio 2007 00:25
Essendo un pantoteista non trovo nessun problema a pregare in un tempio e secondo riti altrui, basta che non mi siano estranei nell'etica e nel messaggio di fondo.
C'è differenza fra spiritualità e religione, la prima accomuna tutti coloro che abbiano un 'senso religioso' ed è innata, diverse le seconde, che sono una codifica dipendente dal tempo e la cultura da cui nascono e sono sempre invenzione degli uomini.
Dico sempre che non credo che al Divino, comunque lo immaginiamo secondo i limiti della nostra comprensione, al Divino dicevo, non credo interessi se lo chiamiamo Pinco, Pallino, Tizio, Caio o Sempronio.
Quello che conta nella spiritualità è l'intenzione, e quando questa sia pura e sincera un nome divino, anche quando sia sconosciuto non fa differenza.
Così come il rosso rimarrebbe rosso anche se lo chiamassimo giallo.
Stormwind
00martedì 23 gennaio 2007 14:47
Capisco il punto di vista, Cordelo, ma non riesco a condividerlo del tutto.

il rosso rimarrebbe rosso anche se lo chiamassimo giallo.

Si, ma se dici giallo (che E' differente dal rosso), chi ti ascolta si basa sulla parola non sull'intenzione...
Non so se riesco a spiegarmi: sono sicura che l'intenzione conti, ma contano anche le parole che si usano e che hanno un determinato significato e richiamano determinate "forme".

Se tu dici Diana ma intendi Afrodite... davvero non cambia proprio nulla? Io non ne sono certa... [SM=g27768]

[SM=x69322]

Lae
Cordelo di Quart
00martedì 23 gennaio 2007 16:23
Mument ma qui stiamo parlando di comunicazione col Divino, mica di intersambio culturale con soggetti terzi.
Forse quello che fa confusione è il termine giallo, allora sotituiamolo con una qualsiasi fra le parole red, rot, rouge, rojo, crven....

Se togliamo il concetto dal contesto sono d'accordo con voi, ma inserito invece nella comunicazione diretta e personale col Divino dubito ci possano essere malintesi, perchè se dico 'giallo' ma penso 'rosso' il messaggio che arriva è ovviamente 'rosso'.

Insomma come diceva la buonanima di mia madre, se io mi sbaglio a parlare e chi mi ascolta si sbaglia a capire abbiamo sbagliato in due..
Beh... sono sicuro che siamo tutti convinti che nel contesto e quindi 'nella comunicazione col Divino' uno dei due non si sbaglierà certo a capire!!! [SM=g27768]
7e4r)r0p
00martedì 30 gennaio 2007 15:08
Re:
io la vedo in termini di possibilità:

1. le tieni come sono e le consideri formule tradizionali indipendentemente dal significato delle parole e dalel tue diverse convinzioni.

2. le riscrivi cercando di rispettare metrica e rime [se ce ne sono] mettendoci dentro i nomi che secondo il tuo sistema hanno più senso.

3. cerchi altre formule scritte da altri per il medesimo intento e le trapianti in quella pratica.

T.
Serenia
00mercoledì 31 gennaio 2007 11:11
In sostanza (così magari rendo un po' più chiaro il mio pensiero... in effetti l'altro post era un po' stringato): a mio avviso se non ti mette a disagio utilizzare il nome dei santi o riferirti a Gesù, Maria ecc... e senti che corrispondono in pieno a quello che senti e vuoi esprimere non c'è motivo per cambiarli.
Se invece senti che "non è giusto" cerca dentro di te per capire a chi stai rivolgendo una preghiera, a chi "stai chiedendo aiuto".
Io non credo che l'efficacia di una preghiera o di una formula dipenda dall'utilizzare o meno parole specifiche (sempre tenendo presente che condivido quanto ha detto Lae), quindi penso che tu possa modificarli o riadattarli come ti suggerisce l'istinto.
Ghaladh
00sabato 10 febbraio 2007 02:24
L'intera discussione è imperniata sul fatto che date per sottinteso che i nomi attribuiti alle divinità siano solo appellativi differenti dati per indicare la stessa cosa.... come dei sinonimi, ma che richiamano un "settore specializzato" della divinità.
Non mi stancherò mai di ricordare che esistono anche politeisti come me che dietro al nome vedono entità ben distinte fra loro che non necessariamente devono avere a che fare l'una con l'altra.
Se fra le tante alternative duo-pantheistiche c'è anche spazio per l'opinione di un politesta, io consiglierei ad Alex di rivolgersi solo alle entità nelle quali ripone fiducia e che conosce almeno più approfonditamente del semplice appellativo.

Prima di invocare una divinità bisognerebbe chiedersi:
- credo nell'esistenza di quella divinità?
- è la divinità più appropriata da invocare in questo frangente?
- credo che abbia il potere di aiutarmi?
- è questo il modo in cui quella divinità desidera essere interpellata?
- per quale motivo dovrebbe volermi aiutare?
- potrebbe esigere qualcosa da me in cambio? sono disposto a saldare il debito eventuale?
- ho davvero bisogno del suo aiuto?

Se sai rispondere a queste domande con certezza, allora procedi pure.

[Modificato da Ghaladh 10/02/2007 2.24]

abraxas
00giovedì 22 marzo 2007 10:24
nomi
ricordo l'opinione di crowley che ogni nome evochi energie DIFFEENTI o parti diverse della medesima, non per niente lui usava tranquillamente elementi qabbalistici e dei grimori tradizionali, ma con un intento preciso e non sincretistico.
essendo la wicca derivata anche da crowley mi fanno un po' sorridere le opinioni che dicono 'tanto è lo stesso'...e le ritengo frutto di un pensiero del 'tutto è uguale per chè parliamo col divino' di radice teosofica e in ultima analisi monoteista. (UN divino).
anche per la wicca NON dovrebbe essere tutto lo stesso, senno' tanto vale continuare a adorare yahwè.
altra cosa se la storia ha trasformato le formule, cambiarle d'arbitrio lo trovo rischioso. se funzionano cosi' non è detto funzionino mutate, non sono incantesimi wicca ma formule tradizionali.
anch'io so fare il rito del piattino, ma non ricordando la formula in dialetto è come l'avessi perso.
circleofsand
00giovedì 22 marzo 2007 12:15
Ciao a tutti,

una pratica che trovo funzionale e efficace e' quella del A-NOMARE, rivolgersi a qualcosa/qualcuno facendo riferimento a caratteristiche come conformazione, aspetto, modo d'agire.

Si possono scoprire cose interessanti [SM=x69315]

In piu' mi sembra ci sia un vaga attinenza, ma forse non tanto vaga, con una discussione sul VERO NOME. [SM=g27778]

Un abbraccio
[SM=g27768]
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