un destino, molti destini, nessun destino?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
rhuna.
00lunedì 4 gennaio 2010 22:28
Scusate il titolo, spero di riuscire ad essere maggiormente comprensibile con il testo ^_^

Mi sto scervellando sulla seguente questione:
ho spesso avuto episodi di premonizioni, questo dovrebbe significare che esiste un destino scritto, almeno in parte...; mi è stato spiegato che il destino non esiste ma siamo noi a crearlo, l'ho pure studiato su alcuni testi e ho anche cercato di convincermi...se posso concordare con talune spiegazioni che vedono le premonizioni come percezioni subliminali di stati d'animo o fisici, etc...ma c'è comunque qualcosa che non mi torna...
Ora...quello che mi viene spontaneo domandarvi è se secondo voi, secondo la vostra esperienza, dato che praticando la magia operiamo un cambiamento andando a modificare una possibile situazione predestinata (?)o creandola dal nulla (?)e quando faccio una divinazione mi metto in "contatto" con un possibile destino, o con l'unico destino o con il nulla (?)(ho messo ogni caso che mi è stato indicato: un destino, molti destini, nessun destino)...se riesco a percepire o credo di percepire un probabile futuro, questo dovrebbe voler dire che esiste un destino o ne esistono diversi o (nel caso faceste parte della schiera che non crede al destino) sono io che "leggendone" (o credendo di leggerne) uno tra i predestinati influisco in qualche modo indirizzando energia nel risultato ottenuto?
...o ci sono altre possibili spiegazioni? (ci vorrebbe una faccina con il fumino sulla testa [SM=x69324] la mia)
Insomma...dulcis in fundo: come può esistere la divinazione se non esiste un destino?
Cordelo di Quart
00martedì 5 gennaio 2010 00:40
Bella questione...
Ovviamente potremo star qui a discuterne per mesi senza riuscire a produrre che opinioni/visioni personali, quindi opinabilissime, al più potremmo fare ipotesi fra le quali scegliere quella che ci sembra la più probabile, ma senza sapere mai quale sia realmente la verità.
Nella mia visione non esiste un destino scritto alla nascita, esistono però molti fattori che potrebbero spingerci verso un evento piuttosto che un altro.
Facendo un esempio banale, se siamo distratti per indole o abitudine, il nostro destino fatalmente sarà propenso ad incidenti vari, se siamo eticamente disinvolti non è improbabile che ci si possa trovare in qualche guaio, anche giudiziario, e così via.
Qualcuno, non ricordo chi, aveva paragonato il nostro futuro ad una autostrada con centinaia di corsie, ognuna delle quali ci porta ad altrettanti diversi 'eventi' possibili.
Il nostro libero arbitrio però ci permette di cambiare corsia in qualsiasi momento, magari anche l'ultimo utile ad evitare un evento infausto.
Il grosso problema è che navighiamo a vista e, troppo spesso, in una fitta nebbia, creata da fattori/condizionamenti esterni a noi.
Altro esempio, mi occupo a volte di analisi astrologica del carattere; per alcuni sembrerà una bestemmia, ma non è che creda realmente nell'astrologia, nel senso che, credendo fermamente nel libero arbitrio ho idea che nessuno possa dirci che in tal giorno ci romperemo una gamba e che in tal altro ci faremo fregare lo stipendio da qualcuno di cui ci fidavamo. Credo invece che in tal giorno potremmo essere propensi ad essere distratti/malaccorti ed avere quindi un incidente, ed in tal altro giorno avere la tendenza a fidarci un pò troppo delle persone. E lo stesso, evidentemente, vale per eventi positivi!
Ecco, il destino è una combinazione di fattori su cui noi non è che abbiamo un gran che di controllo, l'unica cosa che possiamo fare è cercare di operare per il meglio, munirci di un cornetto rosso e pregare che la legge di Murphy, per una volta, si scordi di noi... [SM=x69328]

Rea Maat
00martedì 5 gennaio 2010 00:42
carissima, anche io mi do alla divinazione, e per ora ho capito un paio di cose:
* vedi ciò che ti è concesso vedere;
* vedi ciò che succederà se lasci stare tutto com'è.

la divinazione serve per capire in che direzione sta andando un evento (o una vita), certe cose sono modificabili, altre no. per quanto ti possa impegnare, difficilmente riuscirai ad impedire che qualcuno ti tamponi con l'auto o che tua cugina rimanga incinta... ma se sai già che potresti avere dei problemi economici magari stai un po' più attenta alle tue finanze...

poi questa è la mia visione, e potrebbe cambiare anche tra un'ora...
MinervaMG
00martedì 5 gennaio 2010 14:58
La mia esperienza mi porta ad avere una visione della questione del tutto personale.
Credo che esista una parte della nostra vita che possiamo chiamare destino e una che invece dipende direttamente dalle nostre scelte ed entrambe si fondono lungo il nostro percorso.
Per esempio, non possiamo decidere dove nascere geograficamente o in quale famiglia e questi sono già due fattori che determinano buona parte del nostro cammino. Crescendo tutte le componenti che ci circondano faranno parte di noi, di ciò che saremo e che cosa sceglieremo ma è anche vero che, una volta cresciuti, avremo la possibilità di cambiare le carte in tavola. Ovviamente il modo in cui opereremo certe scelte sarà comunque influenzato dal nostro passato.
E arriviamo allora alla divinazione.
Qualsiasi sia il percorso che decideremo di prendere, ogni nostra azione e pensiero porterà a delle dirette conseguenze e sono quelle ad essere visibili attraverso la divinazione. Naturalmente se noi interrompiamo in qualche modo la reazione di quelle conseguenze, il futuro cambierà inerosabilmente.
Per quanto riguarda l'astrologia, come Cordelo credo che sia probabile subire delle influenze da parte degli astri e essere di un umore, per esempio, piuttosto che di un altro può sicuramente incidere su di una nostra scelta o sul compimento di una nostra azione in un certo momento ma non bisogna mai dimenticare il potere della nostra volontà consapevole.
Detto ciò, sì, può esistere solo il destino, crescere seguendo la corrente, non discostarsi mai dalla prima corsia imboccata, per dirla alla Cordelo, e allora tutta la nostra vita può essere prevista oppure possiamo metterci al volante e decidere noi quale corsia ci è più utile e allora faremo noi tutta la strada, pur usando un unico punto di partenza (c'è chi sostiene che anche il punto di partenza lo decidiamo noi ma questa è un'altra storia...).
Cordelo di Quart
00martedì 5 gennaio 2010 17:24
Un grazie a Minerva che ha chiarito, aggiungendo dei tasselli interessanti, una visione che mi trova concorde.
Resmea
00martedì 5 gennaio 2010 22:04
Un argomento veramente interessante! Complimenti!
Per come la vedo io il nostro destino, al momento che nasciamo, è un pò come un rotolo di stoffa, con un suo motivo, un suo colore e una sua lunghezza; ma allorchè cominciamo la nostra vita, con le scelte che facciamo, più o meno consapevoli, più o meno istintive, decoriamo questa stoffa, aggiungendo un nuovo motivo a quello già presistente, magari cominciandone a variare il colore. Ma nonostante queste variazioni, che in qualche modo cambiano la "stoffa" iniziale, quella stoffa nella sua base avrà sempre qualcosa di presistente che non possiamo cambiare. Quindi, si, noi possiamo cambiare il nostro destino, grazie al libero arbitrio, ma ci sono dei passaggi che non possono essere mutati, delle cose, per motivi a noi oscuri che devono avvenire per forza, o che, meglio, dobbiamo affrontare.
Ovviamente questa è la mia personalissima visione.

Per quel che riguarda la divinazione quindi, ciò che noi diviniamo, se fatto bene ovviamente [SM=x69324] , ci aiuta veramente a vedere cosa avverrà nel nostro futuro, che poi sia qualcosa di modificabile(quindi facente parte di quella sfera in cui il libero arbitrio può agire) o di assoluto(facente parte di quella parte prestabilita) solo noi per noi stessi lo possiamo sapere.
rhuna.
00giovedì 7 gennaio 2010 21:20
Vi ringrazio per gli interventi, noto che siamo abbastanza concordi con la teoria di un destino, sia pure esso intrecciato e alterato da infinite variabili che dipendono dalle nostre azioni...
Cordelo potresti darmi una possibile spiegazione, secondo il tuo pensiero(te lo chiedo perchè hai affermato che il destino è generato da un insieme di fattori e quindi, credo di capire che l'interpretazione di una divinazione, secondo la tua visione, dovrebbe essere una delle cause scatenanti l'effetto "destino"...ho compreso bene? [SM=g27768] )di questo che è uno dei fatti che mi sono accaduti ai quali non riesco a dare esplicazioni alternative rispetto ad un destino prefissato (seppur modificabile):
dopo circa una decina d'anni, tempo fa, incontrai un'amica d'infanzia, la quale, dopo essere salita in casa mia, avendo curiosato tra le mie cose, [SM=g27785] e vedendo i miei tarocchi, mi chiese di farglieli adducendo una triste impressione sulla fedeltà del marito.
...non so se anche a voi capita, a me succede, a volte che i tarocchi mi diano un responso non richiesto ovvero, nel caso specifico, vidi che il marito era un tantino libertino ma, forse perchè non volevo dirle niente che potesse rafforzare la sua convinzione, spostai la mia attenzione ad una seconda e decisamente più evidente "risposta?" (a nessuna specifica domanda) che riguardava un lavoro in proprio, imminente ed il contatto con una donna (dove lei cercò di intuire un possibile tradimento [SM=x69327] )che le avrebbe fornito questa opportunità...la sua reazione fu di fissarmi attonita e sorridere ironicamente dicendomi che non avevano in mente nulla di tutto ciò e di provare nuovamente a fare i tarocchi concentrandomi su suo marito...
Rifeci il giro e quello che era ancora maggiormente evidente era il lavoro.
Conclusi dicendole che non ero molto brava e, probabilmente, i tarocchi non mi avrebbero risposto.
La sera stessa mi chiamò al telefono talmente emozionata che non riuscivo a capire cosa mi dicesse, dopo complimenti ed esclamazioni di stupore(che mi fecero tremare dato che erano legati alla possibilità di usare questa mia dote molto spesso!) mi rivelò che suo marito aveva preso accordi per acquistare un negozio di alimentari che lei avrebbe gestito(tanto per precisare la sua reazione alla notizia...non era molto felice del tipo di lavoro che le si prospettava anche perchè non ne aveva esperienza)era emozionata all'idea che io potessi predirle chissà cosa [SM=x69313] ...e, su questo ed altro di quel che ritrovai in quell'amicizia, stendiamo un velo pietoso... [SM=g27783] finita..
Ecco...questo è un esempio di ciò che cercavo di valutare per comprendere meglio la questione: questa persona non la frequentavo da almeno dieci anni (e mi son ricordata anche il perchè [SM=g27787] ), lei non sapeva nulla della possibile idea del marito...quindi cosa ho "visto" se non qualcosa di predestinato? Sono d'accordo sullo svolgimento della situazione che si plasmerà attraverso la volontà e le azioni che andremo ad intraprendere...ma il lavoro, il fatto che fosse in proprio, una donna che lo rendeva possibile (la proprietaria precedente) alcuni aspetti della persona e della situazione...come avrei potuto prevedere qualcosa che non fosse già stabilito?
...non posso nemmeno optare per la possibilità di averlo in parte causato...a meno che non sia successo nello stesso momento in cui leggevo le carte (parlo per assurdo eh [SM=g27776] )non riesco proprio a contemplare altre opzioni, almeno per quanto riguarda il caso specifico...se qualcuno ha un'idea diversa mi farebbe piacere discuterne [SM=x69342]
MinervaMG
00venerdì 8 gennaio 2010 14:33
Re:
rhuna., 07/01/2010 21.20:

...lei non sapeva nulla della possibile idea del marito...quindi cosa ho "visto" se non qualcosa di predestinato?


E' molto più semplice di quanto pensi.
Hai visto le conseguenze create dall'idea del marito della tua amica.


rhuna.
00venerdì 8 gennaio 2010 19:40
Re: Re:
MinervaMG, 08/01/2010 14.33:


E' molto più semplice di quanto pensi.
Hai visto le conseguenze create dall'idea del marito della tua amica.




Minerva ti devo ringraziare, non riuscivo a collegare il fatto che il destino è opposto al caso e quindi viene regolato dalle stesse leggi, anche se regolato credo sia un termine improprio, forse esplicabile attraverso le stesse leggi è più corretto..e ora credo di aver compreso anche il discorso di Cordelo [SM=g27768]
Guardando la questione sotto questa luce effettivamente non si rende più concepibile un destino, posso cogliere l'attimo in cui si forma l'effetto...e/o l'effetto stesso...non perchè sia scritto ma perchè è stato scatenato da una causa.
Proverò a riconsiderare i miei quesiti usando questa nuova chiave di lettura [SM=x69330]
...me lo son detto e fatto...spero di aver compreso bene eh [SM=x69339] altrimenti portate pazienza [SM=x69341]


Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 00:20
Re:
Cordelo di Quart, 05/01/2010 0.40:



Il grosso problema è che navighiamo a vista e, troppo spesso, in una fitta nebbia, creata da fattori/condizionamenti esterni a noi.





E se per infiniti possibili motivi diversi (capacità "innata", un determinato cammino, incidenti ecc..ecc..)ci munissimo di una sorte di "navigatore" che ci consente di comprendere più o meno dove ognuna di quelle strade ci condurrà?

Se dinnanzi alla strada, prima ancora di intraprenderla, leggessimo su quel navigatore che tipo di tragitto ognuna di quella strada ha in serbo per noi?

Divinazione, premonizione..."sesto senso" o intuizione...tutte, forse, abilità paragonabili proprio ad un navigatore che proietta sul display (la nostra mente) una rappresentazione oggettiva delle strade che ci si presentano davanti, con ognuna le sue stazioni, curve, autovelox ecc.

Anche io, come credo tutti, spesso mi sono soffermato a riflettere su ciò che è "destinato" accada e ciò che invece è frutto delle mie scelte.
Concordo con la visione delle strade...e, nel mio personale modo di vedere la vita, aggiungerei che anche la meta di quella strada è qualcosa a cui siamo destinati...sebbene possiamo scegliere quali delle infinite combinazioni di strade prendere per arrivare a destinazione.

E' destino, ad esempio, che un giorno raggiungeremo Milano partendo da Napoli. Milano è la nostra meta (che molto probabilmente non conosciamo perchè ancora non ne siamo consapevoli) , come napoli rappresenta la nostra nascita. Ma lungo il viaggio possiamo scegliere se passare per Bari, Avellino, Ancona, Modena, Verona, Genova, Venezia...ecc...

Insomma siamo noi alla fine a scegliere quanto lungo sarà il viaggio e quanto più o meno lineare esso sarà. Quindi anche quanto sarà facile o difficile...lineare o tortuoso...e qui entra in gioco la legge di "causa-effetto". E più ci allontaneremo dalla meta più "segnali stradali" incontreremo lungo il viaggio che ci indirizzeranno verso Milano.

Premonizioni e divinazione a mio avvisono vedono le mete che più probabilmente abbiamo intenzione di prendere...quindi ciò che è scritto in noi stessi più che nel "destino"...sebbene, a mio avviso, sia con essi possibile anche vedere la città finale che raggiungeremo (anche se lo reputo molto raro come evento)...

Angel


MinervaMG
00sabato 16 gennaio 2010 13:12
La mia esperienza finora mi ha dimostrato che è possibile anche cambiare la meta...
Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 13:52
Re:
MinervaMG, 16/01/2010 13.12:

La mia esperienza finora mi ha dimostrato che è possibile anche cambiare la meta...



...o sono le "tappe" del viaggio quelle di cui parli?

Sicura di non confodenre la meta finale (città finale) con le mete secondarie (città che attraverseremo lungo il viaggio verso quella meta finale ignota)?

Per essere sicuri di ciò che dici dovremmo anzitutto essere certi di aver visto la reale meta definitiva...ed essere alla fine dei nostri giorni quando, ormai, nulla potrà cambiare e nulla potrà condurci a quella meta iniziale.

Credo che ciò che dici sia vero riguardo le varie tappe...posso cambiare, più o meno faticosamente e con più o meno sacrifici, le città che visiterò.
Se ad esempio mi trovo sulla strada per Modena e penso che ormai quella è la meta obbligata posso in realtà trovare il modo di non passarci...anche se spesso questo richiede grande volontà e spesso grandi sacrifici.

O sbaglio?

Angel

Cordelo di Quart
00sabato 16 gennaio 2010 14:04
Angelicus., 16/01/2010 0.20:

Concordo con la visione delle strade...e, nel mio personale modo di vedere la vita, aggiungerei che anche la meta di quella strada è qualcosa a cui siamo destinati...sebbene possiamo scegliere quali delle infinite combinazioni di strade prendere per arrivare a destinazione.

E' destino, ad esempio, che un giorno raggiungeremo Milano partendo da Napoli. Milano è la nostra meta (che molto probabilmente non conosciamo perchè ancora non ne siamo consapevoli) , come napoli rappresenta la nostra nascita. Ma lungo il viaggio possiamo scegliere se passare per Bari, Avellino, Ancona, Modena, Verona, Genova, Venezia...ecc...


Non sono affatto d'accordo.
Il percorso influirà, molto probabilmente ed in maggiore o minor misura, sulla destinazione.
Se il percorso scelto dalle vittime del recente terremoto di Haiti fosse stato diverso, anche di poco, non si sarebbe tragicamente interrotto. E non credo affatto siano nati con quel destino finale, credo invece che tutti si nasca con una traccia di esperienze da fare, con un determinato punto di evoluzione da raggiungere, e questo probabilmente determina le nostre capacità e l'ambiente in cui nasciamo. Da qui in poi ognuno per sè e gli Dei per tutti.
Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 14:32
Quindi il terremoto stesso non lo vedi come un "mezzo" usato per realizzare un destino?

Se in quel terremoto fossero morti coloro che avevano ormai vissuto quelle esperienze che dovevano vivere?
E chi ci dice che anche se avessero preso strade differenti...non si sarebbero trovati in quel giorno in quel posto lo stesso (magari in viaggio o come turisti)?
O che non sarebbero morti per una tegola in testa o sotto una macchina?

Il terremoto non può infondo essere solo uno strumento?

Se al contrario coloro che sono rimasti solo feriti avessero avuto bisogno di questa esperienza per aver la possibilità di evolversi?

Angel



bliss72
00sabato 16 gennaio 2010 17:46
Io credo che gli eventi seguano la linea di minore spreco di energia (come tutte le cose in natura), quindi sempre secondo la legge di causa-effetto, le nostre scelte creano un equilibrio o disequilibrio.
Quando l'energia è minima o uguale a zero, siamo in una siuazione di equilibrio, altrimenti succede qualcosa che ci fa tornare all'equilibrio.
Un po' come i terremoti per rimanere in argomento: si accumula energia per un disequilibrio nella crosta terrestre, e poi questa energia viene liberata per tornare alla situazione di equilibrio.
la linea del destino è quella di minore energia, ma non è una linea retta, è costellata di "terremoti" dovuti alle nostre scelte che deviano il corso degli eventi con un utilizzo minore o maggiore di energia.
Alla fine si torna sempre alla linea principale, come nel terremoto, alla fine la faglia che lo ha provocato torna a energia zero, ma solo per un istante, dopodichè continua ad accumulare energia, fino al prossimo terremoto.
Le nostre scelte sono l'accumulo di energia, gli eventi sono il rilascio di energia.
Per ora la penso così, ma qualche tempo fa pensavo che non esistesse un destino, poi dopo una serie di premonizioni... ho cambiato idea.
Ma non è detto che non la cambi ancora in futuro!
Cordelo di Quart
00sabato 16 gennaio 2010 19:12
Angelicus., 16/01/2010 14.32:

Quindi il terremoto stesso non lo vedi come un "mezzo" usato per realizzare un destino?


Un destino può anche essere ma 50 o 100 mila? Tutti con lo stesso destino?

Se in quel terremoto fossero morti coloro che avevano ormai vissuto quelle esperienze che dovevano vivere?


Idem come sopra, avevano ormai vissuto quelle esperienze che dovevano vivere e si sono riuniti tutti nello stesso luogo?
Direi piuttosto improbabile...

E chi ci dice che anche se avessero preso strade differenti...non si sarebbero trovati in quel giorno in quel posto lo stesso (magari in viaggio o come turisti)?
O che non sarebbero morti per una tegola in testa o sotto una macchina?


Vabbè se vogliamo fare il gico delle domande impossibili propongo questa "Chi ci dice che quando alziamo gli occhi per guardare la Luna in realtà non dovremmo abbassarli?".
E per la cronaca questa domanda invece ha una risposta.
Cordelo di Quart
00sabato 16 gennaio 2010 19:26
bliss72, 16/01/2010 17.46:

...la linea del destino è quella di minore energia, ma non è una linea retta, è costellata di "terremoti" dovuti alle nostre scelte che deviano il corso degli eventi con un utilizzo minore o maggiore di energia.
Alla fine si torna sempre alla linea principale...


Azziga... in un solo post cancellato tutto il percorso del pensiero filosofico di circa 3000 anni.
Quindi la via migliore è stare seduti ed aspettare, tanto, se la rotta è tracciata avremmo comunque una possibilità infinitesimale di azzeccare una decisione qualsiasi che non ci porti fuori rotta.
E da questo ne deriva che il suicidio o addirittura l'infanticidio sia la migliore via... Peccato che allora i punti di inizio e fine della vita finirebbero per non corrispondere più, venendo al discorso di Angelicus che raduna 50 o 100mila persone dallo stesso destino ottimizzando così il rapporto costi/benefici.
Peccato che non credo affatto che questa sia l'ottica (mi si passi il bisticcio) del 'destino' che, non a caso, veniva rappresentato da una dea bendata, un significato di 'ndo cojo cojo decisamente più aderente, almeno nei fatti, ad un qualche concetto di destino.
Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 20:30
Re:
Cordelo di Quart, 16/01/2010 19.12:


Un destino può anche essere ma 50 o 100 mila? Tutti con lo stesso destino?



E perchè dovrebbe essere così strana come cosa? Se consideriamo il terremoto come "mezzo" per ottenere qualcosa (in questo caso la cessazione della vita di coloro il cui destino è in quel momento quello di morire) il fatto che in tanti siamo morti mediante lo stesso "strumento" e nel medesimo istante non suona tanto strana.
Un pò il principio di ottenre due piccioni con una fava.
Che cambia infondo se muore ognuno di una morte diversa lo stesso giorno o muoiono tutti in un grande unico evento?

Credo che quando si parla di "destino" sia il risultato quello che conta davvero non il mezzo mediante in quale questo si manifesta.


Se in quel terremoto fossero morti coloro che avevano ormai vissuto quelle esperienze che dovevano vivere?


Idem come sopra, avevano ormai vissuto quelle esperienze che dovevano vivere e si sono riuniti tutti nello stesso luogo?
Direi piuttosto improbabile...



Già..."improbabile" ma non impossibile...così come non è impossibile ciò che ho scritto inseguito nel post.

Il problema, come avevi detto all'inizio della discussione, è che potremmo metterci qui e tirare fuori infinite possibilità...ognuna "improbabile" agli occhi di qualcun altro o anche ai nostri stessi occhi...ma la verità è che ognuna ha la sua, seppur piccola, probabilità di esistere.

Rimane quindi per ora una domanda alla quale non abbiamo i mezzi di rispondere...un concetto che va oltre la nostra comprensione.

Angel



rhuna.
00sabato 16 gennaio 2010 21:17
Mettendo in pratica ciò che ho assimilato di questa discussione, se non erro si sta analizzando l'effetto del terremoto e solo in relazione all'uomo, dandogli, in tal modo, l'ipotetico compito di destino, senza considerare le cause che possono aver scatenato la calamità...ma se guardassimo anche il lato che compete la natura?
Potremmo considerare il terremoto come un insieme di cause che porta ad una trasformazione globale: uomini, animali, piante...tutto partecipa, tutto è in gioco, non 50.000 persone con lo stesso destino segnato, ma in realtà quanti esseri viventi sono rimasti coinvolti?
Mi domando, se io andassi a sciare fuori pista con pericolo di valanghe...potrei o meno causarne una...se la dovessi causare quel "qualcuno" che ne fosse travolto potremmo considerarlo sfortunato, con un destino segnato anche ponderando le motivazioni per le quali si trovava in quel luogo ma se io, passando, non causassi nessuna valanga...quello stesso "qualcuno" vivrebbe tranquillamente quel minuto della sua giornata tessendo altre cause ed effetti e rimanendo impigliato in altrettante...
...la parte più difficile, per quanto mi riguarda, è riuscire a comprendere come la divinazione o le premonizioni mi possano "preavvisare" di quel possibile effetto che, per come percepisco io, potrebbe essere descrivibile come guardare in un luogo che sta al di fuori delle leggi che regolano il nostro piano
Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 21:40
Re:
rhuna., 16/01/2010 21.17:


...la parte più difficile, per quanto mi riguarda, è riuscire a comprendere come la divinazione o le premonizioni mi possano "preavvisare" di quel possibile effetto che, per come percepisco io, potrebbe essere descrivibile come guardare in un luogo che sta al di fuori delle leggi che regolano il nostro piano



A mio avviso ti possono aiutare a sapere in maniera molto generale cosa ti aspetta...ma non il modo esatto in cui ciò accadrà.

Ad esempio ti psosono indicare una "grande prova"...un evento imporvviso e sconvolgente...un disastro imminente...

Ma non credo ti possano dire chiaramente "andrai sotto una valanga" o "ci sarà un terremoto e rimarrai vittima di un crollo".

Angel


Cordelo di Quart
00sabato 16 gennaio 2010 21:45
Re: Re:
Angelicus., 16/01/2010 20.30:

Cordelo di Quart, 16/01/2010 19.12:


Un destino può anche essere ma 50 o 100 mila? Tutti con lo stesso destino?



E perchè dovrebbe essere così strana come cosa? Se consideriamo il terremoto come "mezzo" per ottenere qualcosa (in questo caso la cessazione della vita di coloro il cui destino è in quel momento quello di morire) il fatto che in tanti siamo morti mediante lo stesso "strumento" e nel medesimo istante non suona tanto strana.
Un pò il principio di ottenre due piccioni con una fava.


Ok, diciamo che accettiamo, a titolo puramente accademico, il principio che il destino utilizzi delle politiche di ottimizzazione. Quindi quasi tutte quelle persone (il 999 per mille) avevano in comune lo stesso destino, nascere nella miseria, vivere nella miseria e morire nella miseria.
Non ti pare un pò troppo cinico?
Ma de gustibus...

Credo che quando si parla di "destino" sia il risultato quello che conta davvero non il mezzo mediante in quale questo si manifesta.

Vero ma, almeno finchè il signor destino non ci venga presentato, in realtà il mezzo è l'unico elemento che ci permetta di analizzare il fine.


Il problema, come avevi detto all'inizio della discussione, è che potremmo metterci qui e tirare fuori infinite possibilità...ognuna "improbabile" agli occhi di qualcun altro o anche ai nostri stessi occhi...ma la verità è che ognuna ha la sua, seppur piccola, probabilità di esistere.


E' il motivo per cui cerco di selezionare la meno improbabile, altrimenti stiamo qui a perder tempo.
rhuna.
00sabato 16 gennaio 2010 22:12
Angel, ti faccio un esempio, qualche mese fa (circa in settembre) ero in auto ed ero assopita nei miei pensieri, ad un certo punto mi rendo conto che vado troppo piano per la marcia che ho innescato e, spinta da uno strano senso di disagio, guardo lo specchietto retrovisore, la strada è diritta e vedo un range rover che arriva a forte velocità...e so che quell'auto mi tamponerà...quindi penso che non devo scalare la marcia, è troppo tardi per accellerare...lascio che l'auto non sia frenata e mi "chiudo" preparandomi per l'urto...mi tampona, l'urto smonta la sbarra d'acciaio fissata nel baule per il trasporto del mio cane e fortunatamente ho le cinture di sicurezza, ricevo un grosso contraccolpo che non mi causerà nulla e la mia auto, una clio di 19 anni...non subisce danni, solo un lieve rientro della targa...la sua ha il paraurti distrutto, il conducente dice di non avermi visto e che non ha frenato e non capisce come sia possibile la differenza di danni a mio favore...ora, ci sarà sicuramente una spiegazione fisica per quanto riguarda i danni materiali delle due auto che mi potrei spiegare se lui avesse frenato anche se un range rover è comunque troppo alto rispetto alla mia auto...ma come facevo a sapere con certezza che mi avrebbe tamponato?...e non ho pensato che forse lo avrebbe fatto...so di non essere un fenomeno da baraccone [SM=x69341] e che accade anche ad altri di avere premonizioni molto chiare...
Angelicus.
00sabato 16 gennaio 2010 23:16
Un giovedì di tanti anni fa vidi mio padre mentre il 118 lo portava via in barella...

Mia madre, tenendo tutti noi figli stretti vicino, disse: "tranquilli...tornerà presto a casa"...

Guardai mia madre e le dissi: "no mamma...non c'è tempo, papà non tornerà... morirà tra una settimana..."

Il giovedì pomeriggio della settimana successiva mio padre morì!

Non nego che ci siano eventi difficili da comprendere.

Ma spesso è semplicemente "intuito" quello che viviamo (non che sia qualcosa di poco valore...anzi)...vediamo una cosa ed è come smascherare per un istante tutti gli ingranaggi che si muovono solitamente invisibili. Così diventa semplice aspettarci chiaramente l'inevitabile....come per te con quell'auto.

L'hai vista...hai sentito il pericolo e ti sei fidata di una sensazione. Forse diventiamo per un attimo semplicemente consapevoli di cosa sia realmente quella legge di "causa-effetto" di cui spesso parliamo.

So solo che dopo di allora altre volte ho "percepito" ciò che stava per avvenire...ma semplicemente perchè comprendevo intuitivamente l'evolversi delle scelte di chi avevo davanti. Vedevo quegli ingranaggi. Se vedi un lampadario agganciato ad un gancio vecchio quasi certamente questo cadrà...e, inevitabilmente, eviteremo di passarci sotto. Sai che accadrà (questa non è premonizione)...come vedendo l'auto dietro che non fermava intuitivamente sapevi che era inevitabile l'urto.

Diversa cosa sarebbe stata, a mio avviso, se ti fossi vista giorni prima, in quella esatta strada in quel dato momento con quella precisa auto dietro...mentre tutto accadeva con dettaglio.
Questo è tutt'altro...questo è vedere realmente prima un dato evento...questo è prevedere realmente ciò che accadrà.

Ma il più delle volte intuiamo qualcosa ed è poi la nostra mente che cerca di dare forma a quell'intuizione...a volte ci prende...altre volte ci va vicino...altre volte ancora sbaglia completamente.
Più l'intuizione è vicina all'evento stesso più facile sarà per noi vedere perfettamente tutte le variabili in gioco...e, con esse, ciò che realmente poi accadrà.

Angel

rhuna.
00domenica 17 gennaio 2010 22:25
Re:
Angelicus., 16/01/2010 23.16:



L'hai vista...hai sentito il pericolo e ti sei fidata di una sensazione. Forse diventiamo per un attimo semplicemente consapevoli di cosa sia realmente quella legge di "causa-effetto" di cui spesso parliamo.

Se vedi un lampadario agganciato ad un gancio vecchio quasi certamente questo cadrà...e, inevitabilmente, eviteremo di passarci sotto. Sai che accadrà (questa non è premonizione)...come vedendo l'auto dietro che non fermava intuitivamente sapevi che era inevitabile l'urto.

Angel



non so, c'ho pensato molto e non era così scontato che mi tamponasse, la strada era dritta, la giornata limpida ed erano circa le 16.00 (lo ricordo bene perchè andavo a trovare mia nonna come quasi ogni domenica), non arrivava nessuno dalla direzione opposta...e quando l'ho visto non era così vicino a me, andava un tantino forte in effetti ma, se ci penso, molto spesso mi sono arrivati a pelo d'auto in velocità per poi sorpassarmi stile rally!
Non mi sembra paragonabile ad un lampadario agganciato ad un gancio vecchio [SM=g27776]
Cerco sempre di smontare ogni sensazione che posso considerare come premonizione, non do mai per scontato che lo sia...anzi [SM=g27777] certo, potrei comunque sbagliare e valutare alcuni aspetti a discapito di altri...

MinervaMG
00lunedì 18 gennaio 2010 10:44
Re: Re:
Angelicus., 16/01/2010 13.52:

...o sono le "tappe" del viaggio quelle di cui parli?

Sicura di non confodenre la meta finale (città finale) con le mete secondarie (città che attraverseremo lungo il viaggio verso quella meta finale ignota)?


Sicurissima!
Se fosse come tu dici, dovrei accettare il fatto che ci sia qualcuno che mi muove con i fili come se fossi un burattino e quindi non dare alcun valore alle mie scelte: la mia esperienza finora mi dice che non è così.
Avendo un minimo di capacità intellettiva posso ben sapere dove alcune strade mi avrebbero portata ed è esattamente per questo che ho deviato, a volte con immensa fatica, lo ammetto ma ho potuto scegliere.
E tu, sei proprio sicuro che "tutte le strade portino a Roma"?
Chi o che cosa, secondo te, definiribbe allora che bisogna per forza andare a "Roma"?

Sul terremoto non mi esprimo neanche, la visione che proproni mi sembra un po' troppo antropocentrista e non riesco proprio ad inquadrarla nella mia visione pagana-immanentista.

Per quanto riguarda le premonizioni o intuizioni o comunque le si voglia chiamare ho un piccolo episodio da raccontare, forse il primo che mi convinse che l'Universo va ascoltato.
Diversi anni fa (mamma quanti... [SM=g27784]) feci un viaggio in nave, non era esattamente una crociera ma comunque, per essere più libera, lasciai la borsa in cabina e tenni con me solo un piccolo marsupio con dentro i documenti e un po' di soldi. Quando tornai a casa mi dimenticai di avere nel marsupio i documenti e riposi tutto nell'armadio pronta a ricominciare la vita di tutti i giorni.
Passarono diversi mesi e un pomeriggio d'inverno mi stavo preparando per uscire con un'amica. Era un periodo un po' particolare, stavo parecchio in casa e avevo proprio voglia di farmi una passeggiata e respirare un po' d'aria diversa.
Mi preparai, misi il cappotto e presi la borsa ma qualcosa dentro di me mi indusse a fare una cosa che non faccio mai: controllare se nel portafogli la patente era sempre al suo solito posto.
Mi accorsi così che la patente non c'era e cominciai a cercarla per tutta la casa ma, non avendo l'abitudine di toglierla dal portafogli, pensai che fosse più facile che mi fosse stata rubata o qualcosa di simile. Mi trovai costretta a non poter uscire e mi feci accompagnare da mia madre a fare denuncia di perdita del documento.
Quello stesso pomeriggio, all'ora in cui mi sarei trovata sul tratto di strada che portava dalla mia amica, ci fu un gran brutto incidente in cui rimasero coinvolte diverse auto e alcune vittime.
Dopo una decina di giorni ritrovai la mia patente nel marsupio.
Sarei potuta uscire lo stesso quel giorno, in fondo erano mesi che giravo tranquillamente senza patente eppure proprio quel giorno....destino? Scelta di meta diversa in cui quella tappa non poteva esistere? Energie chiamate in aiuto per arrivare a meta che hanno funzionato? Uno spirito guida o una fatina benevola? Oppure è l'Universo che ci parla costantemente ma scegliamo di non ascoltare per seguire quella linea segnata alla nascita?

Angelicus.
00lunedì 18 gennaio 2010 14:44
Re: Re: Re:
MinervaMG, 18/01/2010 10.44:



E tu, sei proprio sicuro che "tutte le strade portino a Roma"?
Chi o che cosa, secondo te, definiribbe allora che bisogna per forza andare a "Roma"?




Non ho tale presunzione...ma se c'è una cosa che questo cammino mi ha insegnato è a non accantonare mai ogni possibilità, seppure improbabile, fino a che non sarà il tempo giusto e non avrò i mezzi per poterlo fare.

So quindi una cosa per certo...che potrò rispondere a quella domanda solo ed unicamente un istante prima di lasciare questo mondo.
Qualunque risposta mi dia prima sono consapevole che non potrò esserne mai sicuro al 100% e, di conseguenza, devo varare ogni alternativa.

In questi giorni, come credo molti, sto sentendo molte storie sulle vittime del terremoto. Noi vediamo un unico tragico evento...ma, a mio avviso, ci sbagliamo nel farlo.

Ieri ho sentito la storia di una persona che era sfuggita qui in Italia ad un altro terremoto perchè allora era in vacanza in quei paesi...ed ora era caduto vittima del terremoto proprio nel luogo in cui anni prima aveva trovato salvezza.

Un'altra persona doveva andare in un altro posto sempre in ferie...ma, per una serie di circostanze, il luogo della prima scelta non era più accessibile e l'agenzia di viaggi gli aveva proposto quel secondo viaggio.

Questi sono solo esempi di quanto diverse siano state le circostanze dietro quel terremoto...come diverse fossero le strade che hanno condotto tutte quelle persone in un unico posto.

Dietro quel terremoto ci sono tante storie come queste e tanti eventi singoli e non paragonabili a quelli degli altri. Il terremoto è vero che è stato lo stesso come la sorte di coloro che ne sono caduti vittime...ma noi, nell'osservare e "studiare" quanto accade intorno a noi, dovremmo fermarci a tale unico evento comune o tenere in considerazione sopratutto tutte le diverse situazioni e strade che hanno condotto quella gente in quel posto in quel dato istante?


Minerva non dico che qualcuno o qualcosa ci muova come burattini (io epr primo non voglio crederci)...ma non escludo che le strade e gli ostacoli che incontriamo siano mossi da qualcuno o qualcosa. Capisci ciò che intendo? Non siamo noi ad essere manipolati. Ma le strade che incontriamo. Un pò come se qualcosa ti facesse sbucare in un dato momento del tuo cammino una pietra, una lebero, un ramo, una buca, un fiore ecc...

Per quale motivo? Bella domanda...a mio avviso per indirizzarci verso quegli insegnamenti che lungo questo preciso cammino dovremo un giorno acquisire. Il modo migliore per imparare è quello di trovarci davanti prove e situazioni dietro cui scorgere isengamenti e comrpendere cose.

Su una cosa sono certo...come mi sembra di aver capito dalle tue parole dovremmo tutti imparare ad "ascoltare" di più tanto noi stessi e le nostre sensazioni quanto l'universo che ci circonda...e, a mio avviso, questa è la meta di ogni cammino.

Angel


Phanes
00martedì 19 gennaio 2010 01:59
Per come la vedo io un destino scritto non esiste.
Esistono solo tante circostanze e tante scelte da fare.
MinervaMG
00martedì 19 gennaio 2010 11:05
Re: Re: Re: Re:
Angelicus., 18/01/2010 14.44:

So quindi una cosa per certo...che potrò rispondere a quella domanda solo ed unicamente un istante prima di lasciare questo mondo.
Qualunque risposta mi dia prima sono consapevole che non potrò esserne mai sicuro al 100% e, di conseguenza, devo varare ogni alternativa.


Perdona se distruggo l'idillio ma credo che un attimo prima di morire tu saprai esattamente solo dove ti trovi e quindi dove sei arrivato, non troverai la risposta alla domanda "dove sarei se avessi fatto...detto...pensato...?". Avrai le stesse possibilità di sapere ora se ciò che scegli ha un valore o è solo frutto di un'influenza trascendente che ha tracciato ogni minuto della tua vita.


In questi giorni, come credo molti, sto sentendo molte storie sulle vittime del terremoto. Noi vediamo un unico tragico evento...ma, a mio avviso, ci sbagliamo nel farlo.


A me sembra invece che ogni volta che accadono eventi simili, ci si sforzi enormemente di spiegare come tutto avvenga per l'uomo e contro l'uomo mentre si tratta semplicemente di un assestamento di quell'essere vivente che è il nostro pianeta.
Chissà se quando un cane starnutisce tutte le pulci compiono lo stesso nostro sforzo per spiegare il perchè [SM=g27776]


Per quale motivo? Bella domanda...a mio avviso per indirizzarci verso quegli insegnamenti che lungo questo preciso cammino dovremo un giorno acquisire. Il modo migliore per imparare è quello di trovarci davanti prove e situazioni dietro cui scorgere isengamenti e comrpendere cose.


E che cosa ne guadagnerebbe da tutto ciò quel qualcosa/qualcuno che passa il tempo ad inviarci ostacoli?




Angelicus.
00martedì 19 gennaio 2010 13:53
Minerva, compreno che abbiamo visioni molto diverse della vita, del mondo e del cammino. Da tali visioni è chiaro che le nostre scelte seguono strade completamente differenti...così come poniamo attenzione ad aspetti altrettanto diversi.

Riguardo all'attimo prima di morire credo che invece allora si avranno motle risposte. Provo a farti un esempio:

In una fase della vita scelgo di prendere la strada verso Bari perchè intuisco che la direzione che sta prendendo la mia vita mi sta portando verso Milano e io non voglio andarci. Così, appunto, decido di andare verso Bari.Sono convinto che ora il mio futuro è quello.
Alla fine, 40-50 anni dopo, sono in punto di morte e dove mi trovo? A Milano.

Forse questo proverebbe a me stesso che la meta finale che avevo percepito comunque non è cambiata...sebbene sia cambiato il viaggio e forse, con esso, la durata.

Certo...continuo a dire che sono congetture ma visto che tutto questo nostro mondo si basa su cose che non possiamo ne spiegare e neanche comrpendere fino in fondo, parlare solo di ciò che siamo certi al 100% vorrebbe dire chiudere questi forum e stare zitti...poichè nessuno conosce risposte sicure su questo cammino chiamato vita.

Poi alcuni seguono la filosofia del seguire le strade più probabili...altri quello delle strade più difficili...altri ancora si siedono e non scelgono poichè pensano sia inutile ed una perdita di tempo cercare risposte a domande di cui forse non si avrà mai risposta.
Punti di vista e scelte anche queste personali.

Io amo studiare ed eviscerare tutte le possibilità...anche le più imprevedibili e difficili. Perchè? Forse perchè da tale studio ho sempre imparato qualcosa di più sulla nostra natura e su quanto mi circonda. O forse perchè mi illudo che sia così...

A mio avviso parlare semplicemente di "assestamento" vuol dire vedere un fulmine e dire "guarda, una semplice luce nel cielo"...e ignorarla.
Certo, apparentemente è così...ma quante cose sono state comprese e quante invenzioni sono state fatte studiando quella semplice luce nel cielo?
Quanto abbiamo compreso della natura stessa partendo da quella semplice luce nel cielo?

Un modo soggettivo di vedere il cammino. Il mio cammino è questo...non solo vedere il "mondo" e le forze che lo governano (visibili e invisibili)... ma anche studiare per comprenderle.

Per quale motivo? Semplice consapevolezza..di certo non per mutare equilibri così perfetti (etica personale nata da profonde osservazioni delle leggi di causa-effetto)...ma solo e unicamente per conoscenza e comprensione personale.

Riguardo a quell'ultima domanda...li dipende da cosa per te è la meta del tuo viaggio. Se ti vedi come una semplice manifestazione della vita allora chiaramente la vita stessa non ha alcun motivo di interessarsi a te e tantomeno di porti davanti prove ed ostacoli...sei infondo solo un oggetto nato per coprire un dato spazio e che, finito il tuo scopo, non hai più ragioni i essere.
Se invece, come me, credi che dietro ogni essere vivente ci sia uno spirito il cui scopo è quello di evolversi (chissà per qual motivo) allora comprendi anche il motivo di quegli ostacoli.

Come vedi tutto dipende dal modo in cui vediamo noi stessi, il mondo che ci circonda ed il nostro cammino.

Angel
MinervaMG
00martedì 19 gennaio 2010 15:17
Santo Cielo quanta confusione Angelicus!
Confondi la meccanica con la dinamica, la fede con la conoscenza, la meta con il viaggio e la vita con la divinità...

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:47.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com