00 09/10/2020 17:33
Pablo Larrain




Storia di una famigliola, direbbe Dostoevskij, ma non esageriamo, secondo Gastone, il protagonista maschile, trattasi di famiglia disfunzionale e direi che ci azzecca. La narrazione è contorta, però c'è una narrazione forte e chiara; la tentazione di fare un film dislessico è evitata. Tutto tende al finale, lieto fine liberatorio direi, se non temessi di sminuire il film dicendo questa parola, perché non c'è niente da sminuire: è un gran bel film, che coinvolge ed appassiona, anche nei momenti in cui suscita perplessità in chi lo sta guardando, non ostante i molti elementi anche eterogenei lo compongono, a volte indecifrabili, film non si smarrisce mai e non perde mai forza, forza visiva ed emotiva, sempre sul filo del rasoio, al limite del cinema sperimentale, bello comunque anche nei momenti più audaci.
Ema (Mariana di Girolamo, brava e irriconoscibile senza trucco), la protagonista dice: io sono il male, non si sa però chi sia il bene, forse nessuno, forse non c'è ne male ne bene, bisogna accettare la vita così come ci viene confezionata, alla fine il perdono.