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Nel giro di un valzer

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    erikaluna
    Post: 657
    Sesso: Femminile
    00 18/12/2007 19:04
    Percorrerò ancora questa strada, la ripasserò mentalmente nei miei ricordi, la passerò rallentando sulle gomme e qua nei paraggi sarà un po’ come tornare a casa.
    E così domani finisce, qui, esattamente dove ho iniziato, veramente anni fa quando i capelli erano neri, e lunghi fino al sedere. In fondo mi pareva un epilogo migliore qui, tra le pareti che mi hanno vista cambiare, crescere e persino invecchiare, tra le pareti dove ho lottato amato come donna, come persona, inscindibilmente, un epilogo quasi familiare, più naturale, rispetto ad un ristorante con la grande sala da ballo. Le mie cose le ho quasi portate via tutte, domenica per l’ultima volta ho stirato il mio camice, bianco ed impeccabile,lo utilizzerò per le grandi pulizie di primavera. Ho puntato la sveglia esattamente alle 5.30 come ogni mattina da 24 anni a questa parte, nel silenzio della casa mi sono lavata truccata preparata, scendendo le scale ho mandato un bacio ai miei figli e a mio marito, un bacio pensato per non svegliarli. E poi via, da venerdì tutti a casa. Penso a quello che non ci sarà più: non più l’attesa delle ferie d’agosto, del buco di dicembre, il cambio turno con la collega, il panettone aziendale, le chiacchiere alla macchinetta del caffè, i cappottini tagliati e cuciti ad arte addosso a colleghi e capi. Io qua non ci ho lavorato, ci ho anche vissuto. Non un doppio binario ma semplicemente parte integrante della mia storia. La mia storia, tra il rumore assordante di queste macchine alla catena di montaggio, e nel cuore il rumore dei miei sentimenti. Io alla catena di montaggio, a contare i minuti che mi mancavano per l’ennessima strisciata della fuoriuscita, io fra i conti delle marchette e i soldi messi via per un profumo, una casa, un regalo, io , sola con me stessa e i miei amati pezzi da montare a cercare di rassettare i momenti sballati di una vita che si impara strada facendo. Io ragazza moglie madre amica dipendente e poi responsabile. Io con le nuance variate dei miei capelli e dei miei anni. Ma gli scioperi li ho fatti fino all’ultimo, fino a quello di una settimana fa perché ci credo. Anche adesso. Ci credo davvero che nobilita lavorare, anche quando costa fatica, anche quando non è il massimo del desiderio, ma non fino a dare la propria vita. Per me venuta da una montagna troppa alta. Ad esempio, ho imparato a guidare l’auto per venire in fabbrica da sola, e poi, da quasi vecchia, ho persino imparato a usare il pc per il controllo qualità dei pezzi. Non lo avrei mai fatto senza il mio lavoro. Io, questo lavoro di turni troppo pesanti, di orari che strangolano, un ambiente più maschile che femminile, ho imparato a farmi rispettare, anche alzando la voce, ho imparato a farmi spazio, a dire, con i gesti, “ io ci sono”, ho imparato a scegliere tra una casa imperfetta, i sughi preparati la domenica e congelati e qualcosa di “mio” da portare a casa. Qui non ho solo incontrato la parte più vera di me, ma anche gli altri. Altre donne, altri giovani, altri uomini, un contatto costante e pieno con la vita. A dire il vero ho quasi paura, sarà per questo che oggi ho portato i pasticcini con le mie colleghe di turno, e ho persino una volta rimbrottata il nostro capo dal braccio sempre troppo corto. Sono giorni strani, qualche sassolino dalle scarpe adesso posso togliermelo. E da venerdì le mie giornate saranno silenziose, senza sveglie puntate a ricordare il passare del tempo e senza il rumore di questi macchine piene di ferraglie? Saranno giornate lunghe, nuova da inventare, ed è una vita che non pranzo durante la settimana con mio marito, cosa ci diremo? Non lo so, avrei voglia di viaggiare, di fare cose nuove. Si infondo da venerdì mi si aprono mille prospettive, è un po’ come quando finisci la scuola: sei felice, sei pienamente consapevole di avere mille possibilità davanti, però a 60 anni e per le pensione è diverso, perché matematicamente parlando non si ha tutta la vita davanti.
    L’altro giorno col cellulare ho fatto un filmino, ho ripreso il mio ufficio, quello col computer dove controllo i pezzi, ho ripreso la mensa dove domani io e altri due ci congederemo, ho ripreso le mie colleghe i miei colleghi, i corridoi che mi han visto passare le rughe i pensieri gli occhi i sentimenti. Ho ripreso il cortile, e so che tutto ciò che sento dentro non rimarrà mai appiccicato su una pellicola. Ma non voglio dimenticare. Io sono felice di arrivare, ma è un pezzo di vita che mi cambia. Ora mi viene da piangere da commuovermi, e non lo avrei mai detto. Vorrei aver lasciato qualcosa qui dentro, qualcosa a qualcuno. Io me ne vado, portandomi con me il ricordo di un mondo che era anche un po’ mio. Quando si striscia giorno dopo giorno, a tutto ciò non ci si pensa, la fine sembra irraggiungibile lontana intangibile. Ma ora ci sono. Che la festa inizi, tra poco anche io la sentirò. Ancora un attimo su questo valzer di ricordi sensazioni concitazioni e innegabili lievi tristezze.

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    La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
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    verdoux47
    Post: 1.032
    Sesso: Maschile
    00 18/12/2007 19:37
    bellissimo racconto!

    sembra una storia vera [SM=g7056] !
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    erikaluna
    Post: 657
    Sesso: Femminile
    00 11/01/2008 12:11
    .
    mi serviva un personaggio positivo per controbilanciare la suocera [SM=g7028]
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    La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)