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La questione operaia

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    loulou_jq
    Post: 1.083
    Sesso: Femminile
    00 01/04/2008 09:45
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    Pim.
    Post: 249
    Sesso: Maschile
    00 01/04/2008 17:14
    Re:
    A Torino la vicenda della Thyssen ha lasciato una lunga scia emotiva. Se ne parla ancora, la rabbia è tanta, così la costernazione. Pd e Sinistra Arcobaleno hanno candidato due dei sopravvissuti, la scorsa settimana Calopresti ha cominciato a girare un documentario nell’acciaieria ora chiusa. Gli incidenti sul lavoro qui sono storia vecchia: mi capita ancora abbastanza spesso di vedere ex operai con falangi amputate, retaggio di un’epoca in cui il concetto di sicurezza non esisteva neppure. “Colpa della macchina”, “È il lavoro”. Espressioni ricorrenti, venate di fatalismo. L’accettazione del rischio come voce del contratto. La Fiat oggi si è messa in regola con le nuove leggi (almeno a Mirafiori, pare che a Cassino e a Melfi non sia così), le fabbriche dell’indotto meno. La priorità è risparmiare su tutto, anche sulla sicurezza. I sindacati guardano spesso altrove e chi denuncia non di rado passa dei guai. Si lavora sotto ricatto di licenziamento, è questa la tragica realtà.
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    loulou_jq
    Post: 1.083
    Sesso: Femminile
    00 02/04/2008 08:50
    Pim., 01/04/2008 17.14:

    A Torino la vicenda della Thyssen ha lasciato una lunga scia emotiva. Se ne parla ancora, la rabbia è tanta, così la costernazione. Pd e Sinistra Arcobaleno hanno candidato due dei sopravvissuti, la scorsa settimana Calopresti ha cominciato a girare un documentario nell’acciaieria ora chiusa. Gli incidenti sul lavoro qui sono storia vecchia: mi capita ancora abbastanza spesso di vedere ex operai con falangi amputate, retaggio di un’epoca in cui il concetto di sicurezza non esisteva neppure. “Colpa della macchina”, “È il lavoro”. Espressioni ricorrenti, venate di fatalismo. L’accettazione del rischio come voce del contratto. La Fiat oggi si è messa in regola con le nuove leggi (almeno a Mirafiori, pare che a Cassino e a Melfi non sia così), le fabbriche dell’indotto meno. La priorità è risparmiare su tutto, anche sulla sicurezza. I sindacati guardano spesso altrove e chi denuncia non di rado passa dei guai. Si lavora sotto ricatto di licenziamento, è questa la tragica realtà.



    purtroppo è vero che c'è un rischio connesso al mestiere/professione svolta e di solito è un rischio che il lavoratore si assume e accetta, almeno finchè il rapporto con il proprio lavoro ha un senso...
    e poi ci sono i rischi indotti dalle nuove dinamiche del mercato del lavoro (di cui tu citi giustamente quella più importante: il ricatto del licenziamento)e dalle nuove organizzazioni del lavoro, che prevedono che si lavori sempre più in fretta, senza i mezzi e le condizioni per svolgere un buon lavoro, senza la formazione e l'esperienza adeguate, saltando i riposi e oltrepassando i limiti di un orario regolare...