00 24/04/2008 10:29

Indubbiamente Khaled Hosseini ci sa fare; ha uno stile semplice e diretto ed una capacità di immaginazione e di narrazione che coinvolgono il lettore.
Questo suo primo libro, vagamente autoreferenziale, è la storia di una confessione e di una riabilitazione, di un ritorno sui luoghi del peccato per espiare la colpa; parliamo di un peccato di omissione per inettitudine; il vero protagonista non è l’io narrante, sempre in scena ma il cacciatore di aquiloni, di cui al titolo, quasi mai in scena, del quale emerge la figura ricca di umanità.
Bello non ostante che alcune forzature nella trama gli facciano valicare i confini della credibilità.
Nel successivo 1000 Splendidi Soli, Khaled Hosseini riscrive lo stesso libro, ma si migliora, introduce l’elemento femminile, sviluppa più in profondità i temi politici e sociali dell’ Afganistan, assume uno stile ancora più secco ed incisivo, sviluppa trame più complesse ed anche più verosimili.