00 16/04/2009 11:08
Davide Ferrario non è l’ultimo arrivato ed ha allestito un musical atipico ed a modo suo originale in cui non mancano spunti e grinta; manca forse un po’ di continuità e di omogeneità di stile, e forse al posto di Kasia Smutniak andava ingaggiata una attrice per la parte di Irena; in ogni caso il contenuto del film è notevole.
Non è la prima volta che il cinema si sofferma su Giuda; già Pasolini gli aveva dedicato alcune inquadrature penetranti e significative e Scorsese ne aveva fatto il protagonista del suo film; dice Gesù a Giuda “io mi sono riservato il ruolo più facile, essere crocifisso”.
Ed è così; si potrà comprendere e adorare Cristo, avere fede in lui, od anche rifiutarlo, ma mai nessuno, credente o non credente, potrà arrivare a Giuda. Se alle fine dei conti Cristo aveva in tasca un biglietto di andata e ritorno, quello di Giuda era di sola andata e con destinazione inferno.
Eliminiamo Giuda e vivremo meglio e con più allegria, dice Ferrario, e l’assunto mi sembra del massimo interesse.