00 17/02/2010 14:13
di Radu Mihaileanu

Successo strepitoso di pubblico, per poco ci scappava anche l’applauso finale. Domenica non ero nemmeno riuscito ad entrare ed anche ieri ho dovuto pazientare e dire che lo danno in un cinema d’essai che di solito va deserto. “È il più bel film che ho visto da anni a questa parte” ho sentito dire da qualcuno che usciva.
In realtà Radu Mihaileanu è un gran piacione, sa far ridere, sa far piangere e c’è da dire che il contenuto del film, la sua storia, le sue metafore sono interessanti, per cui le recensioni lo fanno sembrare più bello di quello che effettivamente è.
Secondo me il film non è bellissimo, è solo piacevole in superficie, ma quando bisogna affondare il colpo e fare cinema, vedi per esempio la cena del direttore con la violinista, mostra dei grossi limiti.
La scena del concerto però è bella davvero, la promuovo a pieni voti; qui Radu Mihaileanu fa sentire al pubblico tutta la tensione del momento, il terrore del fallimento, lo fa immergere nella metamorfosi dei musicanti che da amabili resti tornano ed essere il Bolshoi che fu, trascinati da Melanie Laurent, brava anche se ha poco petto, che profonde e trasmette grinta e passione.
Fastidioso il doppiaggio italiano per via de l’accento similrusso dato ai personaggi russi, anche quando parlano la loro lingua, ma piace al pubblico e lo fa ridere; per me può andare bene quando un russo parla una lingua straniera, francese in questo caso, ma quando parla russo, cioè la sua lingua, dovrebbe essere reso in italiano normale.