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Gomorra

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2008 09:57
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Sesso: Femminile
10/01/2008 16:35

R.Saviano
Mi aspettavo un'inchiesta giornalistica. Mi aspettavo un viaggio tunnel nella Campania, e in particolare Napoli. Ed invece ho trovato un giovane giornalista appassionato, che scrive le cose che vive ( prerogativa ormai rara), fornito di materiale capacità analitica e tecnica di coinvolgimento nel lettore. Il viaggio inoltre è solo andata, ma Napoli è la punta dell'iceberg. Nel marcio raccontato c'è tutto il nostro paese. Su Gomorra è stato scritto tantissimo, io lo consiglierei a tutti di leggerlo, e forse lo farei leggere anche nelle scuole, almeno qualche passo, visto che ci siamo vantati di aver rimesso educazione civica negli insegnamenti ( non so mai se il fatto che questa disciplina abbia un suo spazio sia un bene o un male, in quanto credo che la scuola come agenzia educativa permenentemente e interdisciplinariamente se ne debba occupare).
Sul libro è stato scritto tantissimo, per cui mi limiterò a focalizzare ciò che mi ha colpito.
Il testo inizia dal Golfo di Napoli crocevia di traffici internazionali che vanno dalle importazioni di massa cinese ( di merci e persone) al mercato dei contraffatti. Tutto ciò non è solo una questione napoletana, ma un malore che riguarda gli interessi delle aziende del nord che in questa geografia mantengono loschi traffici, e le maison, bisognose che il marchio giri comunque, e quindi ben vengano i falsari. Questi due mercati ben analizzati da Saviano sono alimentati dalla nostra situazione economica, basata su salari bassi e precariato costante. Dopo il giornalista passa a indagare su come si vive la situazione giovanile a Napoli, in particolare nei centri tristemente noti per le stragi di camorra ( secondigliano, giugliano, scampia etc etc). Un capitolo molto interessante riguarda la donna: la donna come si è evoluta nella nuova camorra arrivando a conquistare posizioni di potere ma esposta come, spesso involontaria, vittima.
Un capitolo è dedicato ai rifiuti, ma parlarne ora mi pare eccessivo.
L'altro capitolo interessante è come le nuove generazioni camorristcihe abbiano fatto propri i protagonisti dei film, specie americani, su cosa nostra e via dicendo. Ma anche l'esaltazione della violenza tarantiniana. In proposito è noto il passo del libro in cui Saviano riportando l'osservazione di un esperto balistico lamenta che da quando i camorristi sparano come pulp fiction ( con la pistola piatta e non in linea), le vittime soffrano molto di più. Personalmente, divagando, mi chiedo se anche tutte queste fiction recentemente uscite sui vari capi dei capi non siano una subdola santificazione di certi "miti" ( inaccettabili) da emulare.
Il libro termina con il coraggio della denuncia, le conseguenze che esso comporta, prima fra tutti la solitudine.
E la solitudine è una sensazione che al termine del libro resta addosso, con tutto lo sporco che si è sempre saputo esserci...ma vederlo scritto così, nero su bianco, sembra più "vero.".
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
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12/01/2008 11:25

Non so, tempo fa avevo desiderio di leggerlo, ora invece mi è passata la voglia a causa di questa pubblicità martellante ovunque e dell'onnipresenza di Saviano sui Tg e sui giornali, come sommo esperto... Sicuramente però vedrò il film tratto dal libro, visto che alla regia c'è Garrone, che non mi ha mai deluso finora...
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A volte ci può essere poca distanza fisica tra due persone, ma la distanza emotiva può essere enorme.
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13/01/2008 21:11

.
beh si ora è dappertutto, 18 mesi dopo l'uscita del libro...credo che potesse aspettarselo ma non matematicamente, quindi mi avvince un giovane che si mette in gioco così...grazie per avermi detto del film, non lo sapevo:)
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26/04/2008 14:20

il film dovrebbe uscire il 16 maggio; intanto ho cominciato a leggere il libro; scrive divinamente bene, ma non so se andrò avanti, sono perplesso; che senso ha fare un libro a senso unico sulla criminalità? certo che esiste, ma non esiste solo quella; certo se vedo il mondo da secondigliano ne ho una visione distorta e sono portato a credere che la criminalità sia generalizzata e ovunque; allora se guardassi il mondo da un ospedale penserei che siamo tutti malati, se lo guardassi da un cimitero penserei che siamo tutti morti; la denuncia serve se non demoralizza il ricevente, se propone soluzioni positive; se affastella tutto alla maniera di grillo è un servizio reso a chi coltiva la paura, alla stessa criminalità che si vuole combattere ed alla quale si finisce per chiedere protezione;
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27/04/2008 18:30

Re:
verdoux47, 26/04/2008 14.20:

il film dovrebbe uscire il 16 maggio; intanto ho cominciato a leggere il libro; scrive divinamente bene, ma non so se andrò avanti, sono perplesso; che senso ha fare un libro a senso unico sulla criminalità? certo che esiste, ma non esiste solo quella; certo se vedo il mondo da secondigliano ne ho una visione distorta e sono portato a credere che la criminalità sia generalizzata e ovunque; allora se guardassi il mondo da un ospedale penserei che siamo tutti malati, se lo guardassi da un cimitero penserei che siamo tutti morti; la denuncia serve se non demoralizza il ricevente, se propone soluzioni positive; se affastella tutto alla maniera di grillo è un servizio reso a chi coltiva la paura, alla stessa criminalità che si vuole combattere ed alla quale si finisce per chiedere protezione;




chiedo scusa, non sapevo chi fosse Roberto Saviano; come non detto; sto andando avanti;


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30/04/2008 13:12

Re: Re:
verdoux47, 27/04/2008 18.30:




chiedo scusa, non sapevo chi fosse Roberto Saviano; come non detto; sto andando avanti;





perchè----ora che lo sai?

:)


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30/04/2008 13:43

Re: Re: Re:
erikaluna, 30/04/2008 13.12:



perchè----ora che lo sai?

:)




ora è diverso; credevo che fosse uno dei tanti grillo-travaglio che girano, invece adesso lo vedo in altra luce; comunque non ho ancora finito;


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30/04/2008 13:47

...e poi ci scandalizziamo tanto per gli scrittori perseguitati in iran!


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10/05/2008 13:00

anch'io voglio leggerlo prima dell'uscita del film, ma costa sempre tanto, quando uscirà la versione economica? [SM=g7074]
cmq Saviano vive sotto scorta non so se lo sapete...
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11/05/2008 00:35

Re:
Hermann Simon, 10/05/2008 13.00:

cmq Saviano vive sotto scorta non so se lo sapete...




si, è inviso alla camorra; ma non per le sue denunce, di quelle anzi la camorra se ne compiace; è inviso per il suo successo e per il potere che ne consegue;


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Post: 1.083
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12/05/2008 12:51

verdoux47, 30/04/2008 13.43:



ora è diverso; credevo che fosse uno dei tanti grillo-travaglio che girano, invece adesso lo vedo in altra luce; comunque non ho ancora finito;




forse è il caso di rivalutare i tanti grilli-travaglio che girano, perchè cmq, come i folli di una volta, dicono la verità...

"....vedo un'ingiustizia: protesto, vedo un porco: protesto"


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12/05/2008 15:21

Re:
loulou_jq, 12/05/2008 12.51:


forse è il caso di rivalutare i tanti grilli-travaglio che girano, perchè cmq, come i folli di una volta, dicono la verità...

"....vedo un'ingiustizia: protesto, vedo un porco: protesto"





per sapere la verità basta leggersi le agenzie ansa, per farne una analisi politica ci volgiono bravi giornalisti come Scalfari, Padellaro e tanti altri; ma gli affastellatori non servono a niente, se non ad appiattire il senso politico delle cose e fare qualunquismo di destra;

diverso il caso Saviano, che è un reporter di guerra, un embedded;


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12/05/2008 17:39

verdoux47, 12/05/2008 15.21:



per sapere la verità basta leggersi le agenzie ansa, per farne una analisi politica ci volgiono bravi giornalisti come Scalfari, Padellaro e tanti altri; ma gli affastellatori non servono a niente, se non ad appiattire il senso politico delle cose e fare qualunquismo di destra;

diverso il caso Saviano, che è un reporter di guerra, un embedded;




visione semplificativa (per non dire proprio semplicistica)e piuttosto riduttiva della verità... come se l'ansa non soggiacesse a precisi meccanismi di selezione della materia bruta dell'informazione... ma il discorso si fa lungo..
scalfari non mi è mai piaciuto e considero la repubblica un pessimo giornale, equivoco e insidioso...

premesso che non vado a vedere grillo e non ho mai sentito travaglio, mi sento di prendere posizione a favore di chi ha il coraggio di parlare delle contraddizioni del nostro paese e di chiamare le cose per nome... mi sembra un dovere civile che forse tutti dovremmo sviluppare, anche nel nostro piccolo...
invece quando protesto di fronte ai comportamenti ingiusti mi sento dire che "sarebbe meglio non dire quel che si pensa e lasciar correre per amore dei buoni rapporti"... ma quali buoni rapporti possono nascere sulla base dell'ipocrisia??
come diceva il buon fabrizio "siamo tutti coinvolti"

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13/05/2008 09:58

Re:
loulou_jq, 12/05/2008 17.39:



ma il discorso si fa lungo..
scalfari non mi è mai piaciuto e considero la repubblica un pessimo giornale, equivoco e insidioso...

premesso che non vado a vedere grillo e non ho mai sentito travaglio, mi sento di prendere posizione a favore di chi ha il coraggio di parlare delle contraddizioni del nostro paese e di chiamare le cose per nome... mi sembra un dovere civile che forse tutti dovremmo sviluppare, anche nel nostro piccolo...



appunto Scalfari fece l'inchiesta sul caso sifar e osteggiò craxi e andreotti in tempi non sospetti; che poi non ti piaccia è un altro discorso; per non parlare di de mauro che scoprì le collusioni della mafia con l'eni e pagò con la vita; questo è il vero giornalismo di inchiesta;

su travaglio riporto quanto pubblicato oggi da repubblica; in grassetto le parti che condivido:

La lezione del caso Schifani
di GIUSEPPE D'AVANZO

E' utile ragionare sul "caso Schifani". E - ancora una volta - sul giornalismo d'informazione, sulle "agenzie del risentimento", sull'antipolitica.

Marco Travaglio sostiene, per dirne una, che fin "dagli anni Novanta, Renato Schifani ha intrattenuto rapporti con Nino Mandalà il futuro boss di Villabate" e protesta: "I fascistelli di destra, di sinistra e di centro che mi attaccano, ancora non hanno detto che cosa c'era di falso in quello che ho detto". Gli appare sufficiente quel rapporto lontano nel tempo - non si sa quanto consapevole (il legame tra i due risale al 1979; soltanto nel 1998, più o meno venti anni dopo, quel Mandalà viene accusato di mafia) - per persuadere un ascoltatore innocente che il presidente del Senato sia in odore di mafia. Che il nostro Paese, anche nelle sue istituzioni più prestigiose, sia destinato a essere governato (sia governato) da uomini collusi con Cosa Nostra. Se si ricordano queste circostanze (emergono da atti giudiziari) è per dimostrare quanto possono essere sfuggenti e sdrucciolevoli "i fatti" quando sono proposti a un lettore inconsapevole senza contesto, senza approfondimento e un autonomo lavoro di ricerca. E' un metodo di lavoro che soltanto abusivamente si definisce "giornalismo d'informazione".

Le lontane "amicizie pericolose" di Schifani furono raccontate per la prima volta, e ripetutamente, da Repubblica nel 2002 (da Enrico Bellavia). In quell'anno furono riprese dall'Espresso (da Franco Giustolisi e Marco Lillo). Nel 2004 le si potevano leggere in Voglia di mafia (di Enrico Bellavia e Salvo Palazzolo, Carocci). Tre anni dopo in I complici (di Lirio Abbate e Peter Gomez, Fazi). Se dei legami dubbi di Schifani non si è più parlato non è per ottusità, opportunismo o codardia né, come dice spensieratamente Travaglio a un sempre sorridente Fabio Fazio, perché l'agenda delle notizie è dettata dalla politica ai giornali (a tutti i giornali?).

Non se n'è più parlato perché un lavoro di ricerca indipendente non ha offerto alcun - ulteriore e decisivo - elemento di verità. Siamo fermi al punto di partenza. Quasi trent'anni fa Schifani è stato in società con un tipo che, nel 1994, fonda un circolo di Forza Italia a Villabate e, quattro anni dopo, viene processato come mafioso.

I filosofi ( Bernard Williams, ad esempio) spiegano che la verità offre due differenti virtù: la sincerità e la precisione. La sincerità implica semplicemente che le persone dicano ciò che credono sia vero. Vale a dire, ciò che credono. La precisione implica cura, affidabilità, ricerca nello scovare la verità, nel credere a essa. Il "giornalismo dei fatti" ha un metodo condiviso per acquisire la verità possibile. Contesti, nessi rigorosi, fonti plurime e verificate e anche così, più che la verità, spesso, si riesce a capire soltanto dov'è la menzogna e, quando va bene, si può ripetere con Camus: "Non abbiamo mentito" (lo ha ricordato recentemente Claudio Magris).

Si può allora dire che Travaglio è sincero con quel dice e insincero con chi lo ascolta. Dice quel che crede e bluffa sulla completezza dei "fatti" che dovrebbero sostenere le sue convinzioni. Non è giornalismo d'informazione, come si autocertifica. E', nella peggiore tradizione italiana, giornalismo d'opinione che mai si dichiara correttamente tale al lettore/ascoltatore. Nella radicalità dei conflitti politici, questo tipo di scaltra informazione veste i panni dell'asettico, neutrale watchdog - di "cane da guardia" dei poteri ("Io racconto solo fatti") - per nascondere, senza mai svelarla al lettore, la sua partigianeria anche quando consapevolmente presenta come "fatti" ciò che "fatti", nella loro ambiguità, non possono ragionevolmente essere considerati (a meno di non considerare "fatti" quel che potrebbero accusare più di d'un malcapitato).

L'operazione è ancora più insidiosa quando si eleva a routine. Diventata abitudine e criterio, avvelena costantemente il metabolismo sociale nutrendolo con un risentimento che frantuma ogni legame pubblico e civismo come se non ci fosse più alcuna possibilità di tenere insieme interessi, destini, futuro ("Se anche la seconda carica dello Stato è oggi un mafioso..."). E' un metodo di lavoro che non informa il lettore, lo manipola, lo confonde. E' un sistema che indebolisce le istituzioni. Che attribuisce abitualmente all'avversario di turno (sono a destra come a sinistra, li si sceglie a mano libera) un'abusiva occupazione del potere e un'opacità morale. Che propone ai suoi innocenti ascoltatori di condividere impotenza, frustrazione, rancore. Lascia le cose come stanno perché non rimuove alcun problema e pregiudica ogni soluzione. Queste "agenzie del risentimento" lavorano a un cattivo giornalismo. Ne fanno una malattia della democrazia e non una risorsa. Si fanno pratica scandalistica e proficuamente commerciale alle spalle di una energica aspettativa sociale che chiede ai poteri di recuperare in élite integrity, in competenza, in decisione. Trasformano in qualunquismo antipolitico una sana, urgente, necessaria critica alla classe politico-istituzionale.

Nel "caso Schifani" non si può stare dalla parte di nessuno degli antagonisti. Non con Travaglio che confonde le carte ed è insincero con i tanti che, in buona fede, gli concedono fiducia. Non con Schifani che, dalle inchieste del 2002, ha sempre preferito tacere sul quel suo passato sconsiderato. Non con chi - nell'opposizione - ha espresso al presidente del Senato solidarietà a scatola chiusa. Non con la Rai, incapace di definire e di far rispettare un metodo di lavoro che, nel rispetto dei doveri del servizio pubblico, incroci libertà e responsabilità. In questa storia, si può stare soltanto con i lettori/spettatori che meritano, a fronte delle miopie, opacità, errori, inadeguatezze della classe politica, un'informazione almeno esplicita nel metodo e trasparente nelle intenzioni.


NDR: sull'ultimo capoverso invece sono totalmente in disaccordo; sul caso Schifani sto con Travaglio; Schifani è un indegno per la carica che ricopre, la Finocchiaro ha steccato di brutto con la sua soliderietà e Fazio si è cacato sotto; ma cacchio era un'intervista! l'intervistato sarà libero di dire ciò che pensa anche senza contraddittorio!?!








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14/05/2008 15:54

Ma sicuro che Fazio si sia cagato sotto o era tutta una messa in scena creata ad arte tipo quelle che fa con la Littizzetto dove ogni tre parole quattro sono "mi dissocio", "lucianaaa smettilaaa" ecc... ? Del resto Travaglio ha già un suo spazio in tv, Annozero, dove poter dire la sua, che necessità c'era di invitarlo in trasmissione conoscendone soprattutto la "pericolosità"? Poi ovvio che Fazio, da perfetto paraculo qual è, ha chiesto scusa per preservare, come ha detto lui, "l'ultimo raro spazio della tv dove si è liberi" ?

In tutto questo però non ho ancora capito quale sarebbe la soluzione al problema? Sono d'accordo con l'articolo ma non evidenzia come risolvere il problema presentato e evidenziato nell'articolo stesso... belle parole, ma i fatti dove sono?

Altra cosa, anch'io non ho apprezzato la difesa della Finocchiaro, ma soprattutto per una questione di "stile di destra" che si è affermato nel nostro paese ultimamente, e cioè quel gridare allo scandalo e fare casino in modo maleducato ogni volta che qualcosa non va bene per la destra (Gasparri è sempre il primo a gridare per ogni cazzata... oltre al Presidente B.). Come mai la sinistra si ostina in questo stile politically correct anni passati dove è bandita la maleducazione e soprattutto dove non c'è quella subdola coalizione e difesa di chiunque stia dalla stessa parte politica a prescindere dal torto o dalla ragione. A bando questa solidarietà che non serve a nulla se non alla destra...

Leggete, se non l'avete fatto, un articolo di Magris uscito giorni fa sul corriere dove parla dell'inutile differenza di stile tra B., sconfitto nel 2006, e V., sconfitto ora, rimarcando anche l'emergenza (ma quando viene strabusata questa parola in Italia??) dei brogli elettorali lanciata da B. poco prima dell'elezione e poi non ripresa solo perchè ha vinto lui... cosa sarebbe successo in caso contrario? Avrebbe telefonato a V. per congratularsi come è avvenuto a parti inverse?
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14/05/2008 16:26

Re:
Hermann Simon, 14/05/2008 15.54:


Altra cosa, anch'io non ho apprezzato la difesa della Finocchiaro, ma soprattutto per una questione di "stile di destra" che si è affermato nel nostro paese ultimamente, e cioè quel gridare allo scandalo e fare casino in modo maleducato ogni volta che qualcosa non va bene per la destra (Gasparri è sempre il primo a gridare per ogni cazzata... oltre al Presidente B.). Come mai la sinistra si ostina in questo stile politically correct anni passati dove è bandita la maleducazione e soprattutto dove non c'è quella subdola coalizione e difesa di chiunque stia dalla stessa parte politica a prescindere dal torto o dalla ragione. A bando questa solidarietà che non serve a nulla se non alla destra...




quoto tutto caro ben... candidati che ti voto subito!


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15/05/2008 10:24

Re:
Hermann Simon, 14/05/2008 15.54:

In tutto questo però non ho ancora capito quale sarebbe la soluzione al problema? Sono d'accordo con l'articolo ma non evidenzia come risolvere il problema presentato e evidenziato nell'articolo stesso... belle parole, ma i fatti dove sono?




L’unica ricetta possibile è il pluralismo dell’informazione; non esiste l’informazione neutra, asettica ed obiettiva; l’informazione è comunque di parte; le notizie di novella 2000 sono diverse da quelle di Repubblica, che sono diverse da quelle della gazzetta dello sport. Ma soprattutto il modo di dare le notizie è diverso e di parte, l’unità le dà in modo diverso dal corriere, anche se le fonti sono le stesse.
Il giornalista lo preferisco schierato e dichiarato, così so con chi parlo (pardon chi leggo); la pluralità assicura la dialettica, come nel processo penale; accusa, difesa, giudice terzo; tesi, antitesi, sintesi; ma la sintesi la fa il lettore, non il giornalista; la recente corrente di antipolitica tende a creare un pensiero unico di uomini contro, quindi non costruttivo, che diventa fascismo obiettivo.
Ma se contro la carta stampata ci si difende, perché la lettura da il tempo ed il modo per la riflessione, il vero mostro è la televisione, il mabuse 3, contro cui si è disarmati per la potenza del mezzo e per l’impossibilità della interazione.
Infatti schifani se ne è fregato di quello che ha scritto Travaglio, ma ha fatto un pandemonio perché ha detto in tv le cose che aveva già scritto.
Tutto sommato la vecchia lottizzazione rai alla dc rai 2 al psi rai 3 al pci era quanto di meglio, anche se fa storcere il naso.



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15/05/2008 13:04

Re: Re:
verdoux47, 15/05/2008 10.24:



Infatti schifani se ne è fregato di quello che ha scritto Travaglio, ma ha fatto un pandemonio perché ha detto in tv le cose che aveva già scritto.


esatto, del resto l'italiano medio votante vede la tv, non legge... [SM=g7061]

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Post: 1.083
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15/05/2008 14:24

Hermann Simon, 15/05/2008 13.04:


esatto, del resto l'italiano medio votante vede la tv, non legge... [SM=g7061]




mi ricordo i primi anni alle elementari quando già era di moda il dibattito "la tv fa bene/la tv fa male" [SM=g7075] e all'epoca credo non potesse essere particolarmente nociva, non so nemmeno se noi ce l'avevamo, in ogni caso la dose di tv cui potevo aspirare era talmente ridotta da risultare del tutto innocua...

ma quelli più in età si ricorderanno che le tribune politiche erano pacate e realmente controllate da un qualche moderatore,voglio dire non esisteva l'equivalente di tutti questi orribili ballarò, santoro, ferrara & co in cui l'informazione consiste nell'insultare il proprio emico di turno...e se guardate le tv di altri paesi vi renderete conto che non ci sono programmi del genere, che a tutto servono meno che a fare informazione... ma chi li ha introdotti?? quando un personaggio politico oltrepassa i confini imposti dalla cività andrebbe punito cn l'allontanamento dallo schermo per un periodo (anche per sempre, se fosse per me), come si fa nel calcio...


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15/05/2008 15:07

Come al solito non so di cosa parlate..
Io guardo solo Arte. [SM=g7075]
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