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5 domande a Stefano Missio

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2008 00:19
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Post: 1.083
Sesso: Femminile
03/09/2008 17:42

1. Lei è un regista molto conosciuto e apprezzato nell’ambito del film documentario. Ma il suo ultimo lavoro, il film sul Che, si discosta notevolmente dalla sua precedente filmografia. Come mai?
Era da molto tempo che volevo cimentarmi con un genere più leggero e divertente come questa commedia. Nelle miei ultime prove, come in “La repubblica delle trombe”, avevo affrontato temi molto seri. Adesso invece avevo voglia di divertirmi.

2. Lei che vive in Francia come vede l’Italia di oggi?
La cosa che più colpisce chi vive fuori è che sia diventato normale accettare il fatto che l’Italia sia l'unico paese in Europa ad avere un capo del governo che possiede tre televisioni (sei, se aggiungiamo quelle pubbliche che può manovrare), e se qualcuno osa ricordarlo viene tacciato di antiberlusconismo. In Italia manca del tutto un'opinione pubblica e questo ha permesso a Berlusconi di aggredire ripetutamente la magistratura senza che nessun giornale intervenisse.

3. Cosa mi dice del suo rapporto con la Verità?
Devo trovare quasi sempre il modo di farla entrare di straforo nei film. Molti registi si nascondono dietro un sofismo intellettuale, assai diffuso quanto contestabile, in base al quale la verità non esiste. Ma la verità è che è difficile fare soldi dicendo la verità. Non filmo mai qualcosa che non voglio filmare. Non mi interessa fare film per fare soldi. Che sia buono o no, uno deve tenere duro. Il cineasta deve credere in qualcosa, essere onesto con se stesso e obiettivo sul proprio lavoro. Il produttore deve dare i soldi al cineasta, e quindi il cineasta deve credere che anche il produttore crederà alla sua creatività, ma questo non sempre avviene. Nel caso del mio ultimo film le cose sono andate diversamente.

4. Perché non appare il nome del montatore nei suoi film?
Per due motivi: uno è che io lavoro per conto mio. Faccio tutto. Fa parte del mio lavoro di regista. Il secondo è che i miei non sono film di montaggio. Ci tengo a precisarlo, perché recentemente mi è capitato di leggere una recensione di Verdoux sul forum 2046 che definisce il mio ultimo film (Che Guevara. Il corpo e il mito. N.d.R.) come un film di montaggio. Intendo sottolineare che un buon 70% delle riprese sono state effettuate dal sottoscritto e pertanto la definizione non è corretta. Se fossi al posto del suo prof. del corso di cinema all’università della terza età gli farei ripetere l’anno.

5. Perché non ha fatto l’ingegnere?
Non ho passato gli esami.
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Post: 1.032
Sesso: Maschile
04/09/2008 00:19

Re:
loulou_jq, 03/09/2008 17.42:

Il secondo è che i miei non sono film di montaggio. Ci tengo a precisarlo, perché recentemente mi è capitato di leggere una recensione di Verdoux sul forum 2046 che definisce il mio ultimo film (Che Guevara. Il corpo e il mito. N.d.R.) come un film di montaggio. Intendo sottolineare che un buon 70% delle riprese sono state effettuate dal sottoscritto e pertanto la definizione non è corretta. Se fossi al posto del suo prof. del corso di cinema all’università della terza età gli farei ripetere l’anno.

5. Perché non ha fatto l’ingegnere?
Non ho passato gli esami.




per lo stesso motivo non ho fatto il regista [SM=g7062] !


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