Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Bastardi senza gloria

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2010 22:25
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Sesso: Femminile
04/10/2009 18:45

( tanto vi toccava, e lo sapevate) contiene spoiler
La trama è nota a tutti. Nella francia occupata dai nazisti tra il 1941 e il 1943, si svolgono le vicende parallele di un gruppo di soldati americani di origine ebrea ( i bastardi senza gloria) che seminano il panico tra le truppe naziste perchè il loro obbiettivo è farli fuori, portandosi via lo scalpo. E la vicenda di Shoshanna, una giovane ebrea fuggita a un eccidio nazista e che a Parigi gestisce un cinema. In occasione di un' importante premiere di propoaganda presieduta da Goebbles e che ospiterà anche Hitler le due vicende parallele si intersecano con l'obbiettivo di far fuori i vertici delle SS e della Gestapo, da parte dei Bastardi, e di bruciare il cinema intero per lo stesso obbiettivo da parte di Shoshanna dando fuoco alle 350 pellicole al nitrato conservate nell'archivio. Alla fine l'obbiettivo sarà raggiunto e la seconda guerra mondiale terminerà diversamente da come la storia invece ha scritto.

Cosa dire di Quentin che non ho già detto?
Tecnicamente. Nel film ritroviamo le caratteristiche del suo linguaggio filmico ( video split, fermimmagine con didascalie etc etc) anche se meno ostentate rispetto ai precedenti.
I movimenti della mdp son ben controllati, le inquadrature riprendono le lezioni di Leone sul western, i movimenti sono precisi e contribuiscono alla suspense che, insieme a una brillante ironia, fa parte della storia. A tale proposito bellissima è la sequenza in cui i Bastardi chiedono al soldato semplice che poi rilasceranno alcune indicazione strategiche sulla cartina: i movimenti di macchina nel dialogo sui primi piani dei 3 personaggi e sulla cartina sono assolutamente avvicenti e perfetti.
Dal punto di vista della narrazione Tarantino sappiamo che è un grande burattinaio: i suoi personaggi si muovono bene, così bene da cambiare persino la storia scritta. Ogni tanto ci regala qualche dettaglio di messa in scena splendido ( come il bicchiere di latte che ricorre nei due incontri tra Shonsganna e Landa) o come la pipa alla S. Holmes di Landa stesso, connotandolo fin dal principio come un investigatore più che come un militare.
La prima sequenza di 10 min sull'eccidio della famiglia ebrea posso definirla magistrale: per il ritmo, per le inquadrature, per la capacità di sintettizare in immagini e parole (il discorso dei ratti) l'essenza dell'olocausto. Altrettanto meravigliosa è l'ultima parte nel cinema dove il sonoro delle sparatorie sullo schermo copre quelle reali, e dove il montaggio alternato tra il soldato che recita nel film e la sua morte effettiva è molto toccante.
Probabilmente dal film si evince un punto di vista americano, e non poteva essere altrimenti. E' interessante vedere come i vari popoli che si muovono nella storia (italiani, tedeschi, neri) siano connotati con le banali etichetettature correnti.
Gli attori sono molto bravi e convicenti, soprattutto l'interprete di Landa. Inoltre: sarà un caso che il primo a morire dell'operazione Kino è proprio il soldato che prima della guerra faceva il critico cinematografico? ;)
Infine i due punti che non mancano mai nei film di Tarantino: la donna come figura di riscatto umano e il cinema.
Anche in questo film le donne sono personaggi positivi e detentrici di valori umani da salvaguardare. Le due protagoniste femminili sono assolutamente bravissime entrambe. Tra l'altro numerose furono le attrice del terzo reich che misero a repentaglio la loro vita come spie. Inoltre nella scena finale di Shonshanna ci aspettiamo ardentemente come pubblico che non spari il colpo finale, per quanto il tema della vendetta fosse già presente in altri film di Tarantino, e qui, a differenza di Kill Bill, la donna davanti al soldato morente ha quella pietas che dovrebbe distinguere l'umanità, anche se le costerà la vita stessa. Ma Shonshanna continuerà a vivere nel gesto audace del montaggio in cui come giovane ebrea dà a tutta la nazione tedesca il suo messaggio, e nel gesto di bruciare così tutto il cinema.
Il cinema, un atto d'amore. Una riflessione per il cinema di propoaganda, ma anche per il cinema di Pabst e dei cineasti ebrei nella Germania prenazista. Ma anche il cinema che in qualche modo può cambiare la storia. E se non lo può fare il cinema, in questo caso ci può riuscire un cinema bruciando se stesso. E la chiave vincente di questo film credo sia proprio la possibilità di rivolgersi sia al largo pubblico, come storia di una storia che poteva essere diversa, sia a quello esperto che si può divertire come sempre a cercare riferimenti di altre cinematorgafie.
Il film è anche in qualche modo catartico: per la prima volta gli ebrei li vediamo essi stessi violenti, i ruoli sono ribaltati.E il dilemma rimane questo. Per la prima volta il regista ha fatto un'opera storicamente inquadrata, tra l'altro la violenza delle SS basta da sè e mi chiedo che le circa tre sequenze un po' splatter fossero così necessarie...a questo punto credo che non ne abbia più bisogno Tarantino: il film regge bene anche da solo, e il suo pubblico la lezione sulla violenza ostentata l'ha ormai compresa.
Bella e attuale anche il discorso sull'uniforme: un uomo non cambia il suo passato togliendosela. E sulla scena finale, quando Pitt traccia l'ennesima svastica in merito, come non pensarla autoreferenziale la domanda "E' il mio capolavoro?"
Secondo me si, è il capolavoro di Tarantino, perchè l'ho trovato geniale, cresciuto, con alcune cose ancora da rivedere, ma sicuramente il suo film più completo.




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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
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06/10/2009 22:42

Re: ( tanto vi toccava, e lo sapevate) contiene spoiler
erikaluna, 04/10/2009 18.45:

"E' il mio capolavoro?"




È una minaccia o una promessa? Speriamo che non lo sia, perché Tarantino in questo film ha dimostrato di sapere fare cinema, e lo si sapeva, ma ha anche dimostrato di saper fare un film e per questo lo attendo con impazienza alla prossima occasione.

È migliorato, ma è ancora perfettibile. Un autore deve capire che ciò che piace a lui non è detto che piaccia agli altri, a tutti quelli che lo guardano e che l’autocompiacimento non è una virtù, se non entro certi limiti che Tarantino spesso travalica. Vorrei vedere un film di Tarantino senza dover pensare a Leone o a chicchessia, senza dover vedere metacinema, cinema nel cinema, cinema sul cinema; vorrei godermi un suo film, non materia cinematografica.

Quella di Tarantino non è lentezza, è prolissità; Tarantino è divinamente prolisso, fino a quando non scassa, è divinamente ripetitivo, fino a quando non stufa, è divinamente imprevedibile, fino a quando non diventa scontato.

Temevo di non sopportare l’inverosimiglianza storica del film, invece Tarantino ha fatto un'opera storicamente bene inquadrata.

Comunque nel suo complesso il film mi è piaciuto abbastanza ed io, come tutti i bastardi antitarantiniani, senza gloria naturalmente, lo ritengo il suo film migliore.

[Modificato da verdoux47 06/10/2009 23:21]
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07/10/2009 07:29

.
vedi io che sono una sua estimatrice la penso come te: capolavoro fin ora, ma migliorabile.:)
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08/10/2009 11:18

Re: ( tanto vi toccava, e lo sapevate) contiene spoiler
erikaluna, 04/10/2009 18.45:

Il film è anche in qualche modo catartico: per la prima volta gli ebrei li vediamo essi stessi violenti, i ruoli sono ribaltati.E il dilemma rimane questo. Per la prima volta il regista ha fatto un'opera storicamente inquadrata, tra l'altro la violenza delle SS basta da sè e mi chiedo che le circa tre sequenze un po' splatter fossero così necessarie...a questo punto credo che non ne abbia più bisogno Tarantino: il film regge bene anche da solo, e il suo pubblico la lezione sulla violenza ostentata l'ha ormai compresa.






Infatti ai tarantiniani doc il film è piaciuto un po’ meno dei suoi precedenti, ai normali come me è piaciuto un po’ di più.
Io temevo di vedere un intruglio nazi-pulp ed invece ho visto un film storico con tutti i crismi, bene inquadrato, dove le storie sono inventate si, ma verosimili e potrebbero davvero essere accadute e la Storia è autentica.
Detto per inciso Hitler e Goebbels hanno davvero rischiato di morire in un cinema, alla prima del barone di Munchausen che non ebbe luogo, perché la sera precedente la proiezione il cinema fu distrutto da un bombardamento.
Mi sembra che la Pulp tarantiniana sia qui ridotta a companatico e non sia la pietanza del film e che la Storia non ne sia la cornice, ma il contenuto.
Che poi solo il genio di Tarantino ed il suo amore per il cinema, combustibile e luogo dove si consuma la catarsi, potessero sconfiggere il nazismo è stato detto da molti tarantiniani, ma bisogna riconoscere che anche l’armata rossa ha dato il suo contributo.
Resta il tarantinismo residuale, che è la sua cifra stilistica, lo splatter, il nonsense protratto altre il limite, le battute fuori contesto, l’autocompiacimento; ma la cosa che meno mi piace di Tarantino, e che dovrebbe eliminare, è il citazionismo; perché deve sempre citare altri film in un gioco proposto dove io dovrei sempre indovinare; almeno vincessi un premio se realizzo tot punti! Certo che anche Kubrick è stato preceduto da qualcuno e si vede ed è stato seguito da altri e si vede; ma non occorre citare sempre, tanto si vede lo stesso.
(Erika, ti è per caso sfuggita la citazione di Cenerentola?).
Quindi non credo di far dispetto a Tarantino, ma a molti tarantiniani forse si, se dico che I.B. è un bel film sul nazismo, sulla resistenza, sul razzismo, sulla dittatura, sulla guerra, sull’eroismo, un piccolo Casablanca (che tra l’altro non è mai citato) insomma.








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19/10/2009 11:08

Cenerentola è l'unica citazione che ho colto, per il resto buio totale, ma semplicemente perché sono a digiuno di cinema tedesco anni 20, 30 e 40 ... [SM=g7061]

Per il resto sono d'accordo con entrambi, sia con Erika quando lo definisce asciutto e classico, sia con verdy perché non è quasi per nulla tarantiniano, nell'eccezione del termine, ricorda molto di più il sempre dimenticato, ma splendido, Jackie Brown, anch'esso tacciato all'epoca di non essere tarantiniano, ma forse il tarantinismo è in questi due film e non nel resto...
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A volte ci può essere poca distanza fisica tra due persone, ma la distanza emotiva può essere enorme.
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09/02/2010 22:25

Re: ( tanto vi toccava, e lo sapevate) contiene spoiler
erikaluna, 04/10/2009 18.45:

La trama è nota a tutti. Nella francia occupata dai nazisti tra il 1941 e il 1943, si svolgono le vicende parallele di un gruppo di soldati americani di origine ebrea ( i bastardi senza gloria) che seminano il panico tra le truppe naziste perchè il loro obbiettivo è farli fuori, portandosi via lo scalpo. E la vicenda di Shoshanna, una giovane ebrea fuggita a un eccidio nazista e che a Parigi gestisce un cinema. In occasione di un' importante premiere di propoaganda presieduta da Goebbles e che ospiterà anche Hitler le due vicende parallele si intersecano con l'obbiettivo di far fuori i vertici delle SS e della Gestapo, da parte dei Bastardi, e di bruciare il cinema intero per lo stesso obbiettivo da parte di Shoshanna dando fuoco alle 350 pellicole al nitrato conservate nell'archivio. Alla fine l'obbiettivo sarà raggiunto e la seconda guerra mondiale terminerà diversamente da come la storia invece ha scritto.

Cosa dire di Quentin che non ho già detto?
Tecnicamente. Nel film ritroviamo le caratteristiche del suo linguaggio filmico ( video split, fermimmagine con didascalie etc etc) anche se meno ostentate rispetto ai precedenti.
I movimenti della mdp son ben controllati, le inquadrature riprendono le lezioni di Leone sul western, i movimenti sono precisi e contribuiscono alla suspense che, insieme a una brillante ironia, fa parte della storia. A tale proposito bellissima è la sequenza in cui i Bastardi chiedono al soldato semplice che poi rilasceranno alcune indicazione strategiche sulla cartina: i movimenti di macchina nel dialogo sui primi piani dei 3 personaggi e sulla cartina sono assolutamente avvicenti e perfetti.
Dal punto di vista della narrazione Tarantino sappiamo che è un grande burattinaio: i suoi personaggi si muovono bene, così bene da cambiare persino la storia scritta. Ogni tanto ci regala qualche dettaglio di messa in scena splendido ( come il bicchiere di latte che ricorre nei due incontri tra Shonsganna e Landa) o come la pipa alla S. Holmes di Landa stesso, connotandolo fin dal principio come un investigatore più che come un militare.
La prima sequenza di 10 min sull'eccidio della famiglia ebrea posso definirla magistrale: per il ritmo, per le inquadrature, per la capacità di sintettizare in immagini e parole (il discorso dei ratti) l'essenza dell'olocausto. Altrettanto meravigliosa è l'ultima parte nel cinema dove il sonoro delle sparatorie sullo schermo copre quelle reali, e dove il montaggio alternato tra il soldato che recita nel film e la sua morte effettiva è molto toccante.
Probabilmente dal film si evince un punto di vista americano, e non poteva essere altrimenti. E' interessante vedere come i vari popoli che si muovono nella storia (italiani, tedeschi, neri) siano connotati con le banali etichetettature correnti.
Gli attori sono molto bravi e convicenti, soprattutto l'interprete di Landa. Inoltre: sarà un caso che il primo a morire dell'operazione Kino è proprio il soldato che prima della guerra faceva il critico cinematografico? ;)
Infine i due punti che non mancano mai nei film di Tarantino: la donna come figura di riscatto umano e il cinema.
Anche in questo film le donne sono personaggi positivi e detentrici di valori umani da salvaguardare. Le due protagoniste femminili sono assolutamente bravissime entrambe. Tra l'altro numerose furono le attrice del terzo reich che misero a repentaglio la loro vita come spie. Inoltre nella scena finale di Shonshanna ci aspettiamo ardentemente come pubblico che non spari il colpo finale, per quanto il tema della vendetta fosse già presente in altri film di Tarantino, e qui, a differenza di Kill Bill, la donna davanti al soldato morente ha quella pietas che dovrebbe distinguere l'umanità, anche se le costerà la vita stessa. Ma Shonshanna continuerà a vivere nel gesto audace del montaggio in cui come giovane ebrea dà a tutta la nazione tedesca il suo messaggio, e nel gesto di bruciare così tutto il cinema.
Il cinema, un atto d'amore. Una riflessione per il cinema di propoaganda, ma anche per il cinema di Pabst e dei cineasti ebrei nella Germania prenazista. Ma anche il cinema che in qualche modo può cambiare la storia. E se non lo può fare il cinema, in questo caso ci può riuscire un cinema bruciando se stesso. E la chiave vincente di questo film credo sia proprio la possibilità di rivolgersi sia al largo pubblico, come storia di una storia che poteva essere diversa, sia a quello esperto che si può divertire come sempre a cercare riferimenti di altre cinematorgafie.
Il film è anche in qualche modo catartico: per la prima volta gli ebrei li vediamo essi stessi violenti, i ruoli sono ribaltati.E il dilemma rimane questo. Per la prima volta il regista ha fatto un'opera storicamente inquadrata, tra l'altro la violenza delle SS basta da sè e mi chiedo che le circa tre sequenze un po' splatter fossero così necessarie...a questo punto credo che non ne abbia più bisogno Tarantino: il film regge bene anche da solo, e il suo pubblico la lezione sulla violenza ostentata l'ha ormai compresa.
Bella e attuale anche il discorso sull'uniforme: un uomo non cambia il suo passato togliendosela. E sulla scena finale, quando Pitt traccia l'ennesima svastica in merito, come non pensarla autoreferenziale la domanda "E' il mio capolavoro?"
Secondo me si, è il capolavoro di Tarantino, perchè l'ho trovato geniale, cresciuto, con alcune cose ancora da rivedere, ma sicuramente il suo film più completo.








I primi venti minuti sono veramente buoni .

E mettono in evidenza subito una grande prova d'attore . quella di

Christoph Waltz il cattivo SS .

Immenso nella parte .

Il seguito lo ho trovato nel complesso deludente , privo di spessore e approfondimento sui personaggi , piuttosto slegato nella sceneggiatura .

A tratti irritante per i vezzi del regista che in quel contesto pseudostorico stonano .

Segni di ripresa dall'oripillante Grindhouse ( un film quantomai insulso ) ove la ricerca del recupero del film di serie B risulta più che una citazione una malriuscita imitazione .

Questo è un pochino meglio .

Ma non lascia grandi tracce .

PS :

Tarantino è due film per mio conto :

Le jene .

Pulp fiction

Belli davvero e davvero riusciti .


Una sceneggiatura :

Una vita al massimo .


Una prova da attore :

Dal tramonto all'alba .


A mio parere si è un pochino perso .

Un pochino tanto .

Ma Pulpfiction era davvero un grande film per il genere ...difficile fare meglio continuando su quella strada .
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