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Io, Don Giovanni

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2009 21:38
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Sesso: Maschile
08/12/2009 21:38

Io, Don Giovanni

Mozart è una stella la cui luce acceca i registi cinematografici, che devono guardarlo attraverso la luce riflessa dai sui pianeti, i vari Salieri e Da Ponte, il prossimo potrebbe essere Süssmayr , colui ne finì il requiem e ne fu l’amante della moglie ed il padre dell’unico figlio sopravissuto, c’è materia per una sceneggiatura.
Divertente ed attendibile la ricostruzione storica della genesi artistica del Don Giovanni, la vita e le opere dei libertini, libertari e massoni Casanova, Da Ponte e lo stesso Mozart, per quel poteva contribuire, avrebbero costituito la fonte di ispirazione di uno dei più grandi ed ambigui personaggi della storia, su cui psicoanalisti e filosofi, tra cui Kierkegaard, hanno scritto pagine su pagine senza venirne a capo.
C’è un malinteso di fondo; sembrerebbe che questo personaggio, un mito molto popolare trito e ritrito dalla letteratura dell’epoca, sia uscito, con espliciti riferimenti autobiografici, dalla penna di Da Ponte; ma a parte il fatto che Da Ponte copiò a mani basse da Bertati, anche risalendo a lui come fonte per farne un film, non se ne verrebbe comunque a capo; perché se il Don Giovanni della storia potrebbe anche essere quello della letteratura dell’epoca, tra quello della storia e quello dell’opera lirica c’è di mezzo Mozart e la sua musica, ed il suo segreto della sua grandezza rimarranno per sempre inespugnabili.
Lorenzo Da Ponte nella vita era un ebreo, un prete, un massone, un libertino, gli mancava solo di essere un negro per averle tutte, ma era solo un dongiovanni, un casanova, non il Don Giovanni di Mozart, la cui dimensione trascende.
Visto che nel 1789 Da Ponte visse a Trieste, dove raccolse la leggenda metropolitana di così fan tutte, che si presume storia veramente accaduta, io non ci credo molto, avrebbe potuto esserne il protagonista di un eventuale film; ma Don Giovanni no, è troppo per lui, non ha le phisique du role.
A parte queste considerazioni un po’ a ruota libera, il film mi è piaciuto molto nella parte che riguarda il making dell’opera, abbastanza per la vicenda di contorno, resa con una certa verve ma un pochino troppo manierata per i miei gusti.
Vero che si tratta di un film e non di una biografia, ma mi è parsa un po’ una forzatura mettere la Cavalieri come Donna Anna, quando è risaputo che era Donna Elvira, e che per lei Mozart aggiunse l’aria mi tradì quell’alma ingrata, aria che alcuni direttori omettono di eseguire in quanto palesemente aggiunta a posteriori.
Non ho capito il perchè di alcune arie delle “Nozze di Figaro”, con tutto il materiale musicale che il “Don Giovanni” mette a disposizione, deve esserci un motivo che non ho capito del loro inserimento,.
Mi è piaciuta moltissimo in particolare la scena finale, sul “No, no, ch'io non mi pento” Carlos Saura fa emergere con forza il Don Giovanni mozartiano.
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