Mah….
Scusa se mi permetto ma sei stato un tantino scolastico …
O forse ero io che cercavo altro …
La critica si è sbizzarrita su questo film dicendo praticamente tutto e di tutto .
Sui punti favorevoli ti sei comunque dimenticato di Gregg Toland che è praticamente il secondo autore dell’opera , la sua fotografia è a dir poco magistrale ,il vertice del B/N.
Sul titolo credo tu prenda un abbaglio , nel senso che ti può piacere certo ( è diventato paradigmatico anche , ed effettivamente il film visto in maniera scolastica appunto è la storia di un magnate dell’informazione …) , ma sarò più chiaro in seguito.
Idem sulla nota della funzionalità dell’inquadratura , l’esempio portato è , purtroppo , calzante …scrivi :
“Per dire, se anziché entrare in casa di Susan dal tetto, il cronista fosse entrato dalla porta, come tutti i cristiani, sarebbe cambiato il film? “
Certo che sarebbe cambiato sarebbe stato un buon film degli annoi 40 sulla storia di un magnate dell’editoria .
O un documentario….
Vedi : il cronista non entra dal tetto ma l’obiettivo della cinepresa entra dal tetto … e non è il cronista …
C’è una certa differenza .
Se la cinepresa fosse entrata dalla porta ( e noi con lei ) forse qualcosa che il regista voleva comunicarci con tutta quella roba lì andava persa .
Scusa se mi permetto , ancora , ma ti offro un significato un tantino diverso del film e del perché è stato girato così e del come mai la narrazione è affidata a quattro punti di vista e un cinegiornale ( che è il punto di vista che oggi chiameremo “globale “ ) .
Sono tutti punti di vista esterni , di personaggi del film .
E il film ci dice attraverso di loro cosa loro vedevano del protagonista .
Il cinegiornale ci racconta la storia del protagonista per come la vedeva il “mondo “ quindi da un punto di vista ancora più distante
E gli angoli di ripresa inusuali : la cinepresa dal tetto , dal basso , di lato cerca di darci tutti i punti di vista possibili …
Esterni .
Perché fa tutta questa fatica allora Welles …in fondo bastava entrare dalla porta …
Ma perché non è quello lì obbiettivo del film e della storia .
Il film non è la storia del magnate dell’editoria Charles Foster Kane e del suo potere sui media …il famoso “ Quarto potere “ del titolo tarocco…
Il film è il tentativo di capire cosa c’è nell’uomo Kane cosa lo muove …chi è ….e attraverso di lui …cosa c’è in noi…cosa ci muove …chi siamo …e per tutto il film con quelle inquadrature ( funzionali al significato ) il regista ce lo dice ..."sto cercando di darvi tutti i possibili punti di vista oltre che quelli dei personaggi e degli occhi "normali "
Turri i punti di vista esterni su :
Citizen Kane .
Il cittadino Kane .
E il tentativo fallisce , come è destinato a fallire ogni tentativo di interpretarci e capirci davvero .
Fallisce per tutti i personaggi del film .
Solo noi spettatori riusciamo ad andare oltre per un piccolo istante quello che ci fa veder il nome prima che il fuoco lo cancelli .
Ma è solo un momento e una tessera , uno spiraglio per il resto vale quanto scritto nel cartello .
Il film infatti dopo averci offerto un'ultima inquadratura ( magnifica e metaforica sulla vita di Kane ) il fumo nero dei camini dell'immensa villa che portano le ceneri dll'inutile ricerca di un senso non esprimibile e non capibile , torna sull'avviso dal quale era partito .
“NO TRESPASSING”
“DIVIETO DI ACCESSO” .
PS :
Il film come molti dei film di Welles è un inganno , tutto una falsa pista ( in questo in Italia siam stati persino più bravi con quel titolo… ) , Rosebud non la poteva conoscere nessuno come nessuno poteva conoscere Kane .
Anzi nessuno poteva nemmeno sapere quel nome .
Perché il film stesso inizia con un inganno ( o un errore di sceneggiatura se preferisci…ma io non lo chiamerei così ) .
Quando Kane muore è solo e il nome che sussurra non lo può sentire nessuno l’’infermiera entra dopo (lei sì dalla porta…che era chiusa…) .
L’indagine sull’ultima parola rivelatrice non poteva nemmeno cominciare .
Non lasciamo indizi .
[Modificato da Alias52 09/02/2010 00:05]